"Su ciò di cui non si può parlare si deve tacere" (Ludwig Wittgenstein).
Pordenonelegge è uno dei migliori festival italiani dedicati all'editoria. Un programma molto vario, ospiti di qualità e una rilevante presenza di pubblico. Insomma, uno dei più importanti eventi del Friuli Venezia Giulia. Tutto bene allora? Mica tanto. Per la Provincia di Pordenone l'iniziativa è troppo politicamente sbilanciata e quindi bisogna fare qualcosa, così dal cilindro di Alessandro Ciriani, Presidente della Provincia di Pordenone, salta fuori un nuovo evento: Pordenone Pensa.
E di che si tratta? Convegni, interviste, dibattiti e presentazioni di libri. Un doppione quindi? "No", afferma risoluto il Presidente della provincia e aggiunge: "Il festival sarà sinonimo di cultura aperta a tutti, senza snobismi e senza pregiudizi, in grado di coinvolgere ospiti e pubblico di qualsiasi appartenenza politica e culturale. Per questo abbiamo scelto pensatori liberi e capaci di parlare un linguaggio semplice e diretto: è ora di portare la cultura fuori dai salotti e trasferirla tra la gente. E proprio questo lo spirito che anima Pordenone Pensa: appuntamenti culturali come occasioni per stare insieme, riflettere, passare qualche ora piacevole", e conclude: "Pordenononelegge è incentrata sugli autori, Pordenone pensa è incentrata sulle idee". Wow!
E chi sarebbero questi "pensatori liberi e capaci di parlare un linguaggio semplice"? Ho preso il programma del festival e ho fatto una breve rassegna di alcuni "pensatori": Giampiero Mughini, si, proprio lui, quel tipo che grida, sbraita, e pontifica nelle trasmissioni sportive; Magdi Cristiano Allam, vicedirettore del Corriere, uno che dopo la conversione al cristianesimo è diventato più fanatico di Bin Laden; Mario Giordano, direttore de "Il Giornale"; Marcello Veneziani, di professione "intellettuale di destra"; Anonio Socci, integralista cattolico; Renata Polverini, segretaria nazionale dell'UGL; Fausto Biloslavo, giornalista e, anni fa, uno dei ras del Fronte della gioventù di Trieste; Maurizio Sacconi, ministro del Welfare; e così via.
Tra i relatori ci sarà Fabrizio Nonis, un macellaio. Si, proprio un macellaio, uno che si occupa di tagli di carne e tiene delle rubriche televisive di gastronomia. Sono certo che la sua prolusione sui tagli per il bollito e sulle costate sarà la parte più interessante del festival.
Fino a oggi, nella nostra regione, i doppioni nascevano dalla necessità di avere la stessa cosa, con allegato spreco di risorse, a Udine e a Trieste. Oggi, con Pordenone Pensa, facciamo un salto di qualità: la stessa cosa, nella stessa provincia e nello stesso comune.
Al Presidente Ciani vorrei dire che è inutile tormentarsi sul fatto che quando si organizza un festival culturale la maggior parte degli ospiti è di sinistra. Si rassegni, è nella natura delle cose che tra gli intellettuali c'è una maggioranza di elettori di sinistra, come tra i commercialisti c'è una maggioranza di elettori di destra. Non vi serve fare un altro festival, tanto le elezioni si vincono con i commercialisti e non con gli intellettuali.
Per tutti coloro che non si sentono politicamente rappresentati dai due festival, suggerisco di organizzare: Pordenone scrive, Pordenone parla, Pordenone disegna, Pordenone sbadiglia, Pordenone ronfa...
5 commenti:
Si può andare anche sul più becero, ma transeat.
Questa di Pordenone pensa è fantastica, non la sapevo. Sarebbe interessante proporre una lista di pensatori, mi pare non ci manchino nè in regione nè altrove.
La cosa curiosa è che ormai pare sia saltato ogni pudore. Tutti sono pensatori. Tutti.
A me piacerebbe Pordenone rutta.
E pure Pordenone scorreggia.
Che palle, co' 'sti sensi di inferiorità dei sempliciotti della destra nei confronti della cultura.
Che palle.
Avevo pensato a Pordenone rutta, ma i "pensatori" proposti impediscono anche il rutto tanto sono indigesti.
E Monfalcone...
Monfalcone scorreggia sempre tantissimo.
Posta un commento