venerdì 30 gennaio 2009

Governare

Da Il Messaggero Veneto di venerdì 30 gennaio: "Fischi, grida, rabbia e frustrazione: Brazzano insorge contro la riapertura della discarica per inerti in località Cave (peraltro esistente da 23 anni) e contesta duramente il presidente della Provincia di Gorizia Enrico Gherghetta.C’è anche chi arriva a minacciare gesti estremi per impedire la realizzazione dei lavori di adeguamento («vedrete che cosa succederà se aprite la discarica») o chi invece annuncia che getterà le immondizie nei fossi per protesta («faremo come hanno fatto a Napoli»).Per oltre tre ore il presidente provinciale, venuto per spiegare la situazione ai cittadini, su invito dell’amministrazione comunale, si ritrova sotto un fuoco di fila continuo. «Chi controllerà cosa buttano dentro, controllerà lei –, urla un uomo dalla platea rivolgendosi a Gherghetta –? Dica che ormai è approvata, che è un capitolo chiuso, non ci prenda in giro. Lei è un bravo politicante». «Non sono venuto qui a giustificarmi», ribatte il presidente. «Sembrerebbe di sì», replicano dal pubblico.Gherghetta a questo punto scaturisce: «Se pensate che siamo tutti farabutti, la prossima volta votate qualcun altro». «È quello che faremo», rumoreggiano in parecchi, «andate a lavorare», gridano altri. Gli animi sono esacerbati, ma l’autorizzazione alla riapertura è stata soltanto la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il problema non è solo la discarica per inerti di Brazzano, il problema è che Cormòns è stata già la pattumiera isontina per oltre un ventennio grazie a Pecol dei Lupi".


Questa è la ricostruzione giornalistica di una sobria serata a Cormons dove, in una pacata assemblea pubblica, si discuteva dell'ampliamento di una discarica per inerti.

I cittadini della provincia di Gorizia producono rifiuti, come tutti, e, sempre come tutti, non vorrebbero occuparsi del loro smaltimento. Se poi si devono smaltire, mai farlo vicino casa.
Così, in questi anni, la "gente" ha fatto chiudere l'inceneritore di Savogna, non vuole bruciare rifiuti nella centrale di Monfalcone, protesta a Staranzano e a Gradisca, chiede risarcimenti a Medea, si infuria a Cormons ed è scontenta a Moraro.



Pensare che in questa occasione il Presidente della provincia ha ragione: l'ampliamento della discarica è un atto dovuto e non c'è pericolo ambientale. Però avendo egli dichiarato che "non si fa la guerra al popolo" e promesso che in provincia non ci saranno più né discariche né inceneritori (e poi i rifiuti dove andranno, sulla luna?) non fa altro che raccogliere ciò che ha seminato.

Presidente, faccia pure la guerra a qualcuno e vedrà che comincerà a governare.



"Ha sempre dimostrato l'esperienza e lo dimostra la ragione, che mai succedono bene le cose che dependono da molti". Francesco Guicciardini.

Ultim'ora:
A commento della serata cormonese, il Presidente della provincia ha dichiarato: "Mentre il sindaco di Cormòns, Luciano Patat, si lavava le mani in un catino e chiedeva alla folla chi volete, Barabba o Gesù? E la folla ha gridato Barabba. A quel punto ho capito che sarei stato messo in croce".

giovedì 29 gennaio 2009

Come si dice infarto in friulano?

Si terrà domani a Udine il convegno: "Lenghis in salût - Jeziki pri zdraviu - Lingue in salute". L'appuntamento, promosso dal Servizio identità linguistiche, culturali e corregionali all'estero della Regione Friuli-Venezia Giulia [il trattino, eliminato da qualche anno, sta nel comunicato ufficiale della Regione. Come dire: non sanno nemmeno come si chiamano. ndr] e dal Servizio Medicina sociale del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda per i Servizi sanitari n° 4 Medio Friuli, tratterà il tema dell'uso delle lingue minoritarie nella comunicazione sociale e sanitaria. Nel comunicato informativo si legge: "Verrà fatto il punto sulle attività svolte, dalle pubblicazioni alle campagne di comunicazione, sino alle rubriche informative radiofoniche e ai corsi per i dipendenti, sui risultati conseguiti e sugli sviluppi futuri di questo genere di azioni".
Sono convinto che un minimo di conoscenza delle parlate locali può servire, però, mi chiedo quale sia stata l'effettiva utilità di questi progetti, come si conciliano queste iniziative con la disperata ricerca di infermieri e operatori sanitari dall'estero e, soprattutto, se mi prede un accidente, nell'ambulanza ci sarà posto per il defibrillatore o per l'interprete?



Amareggiato perché gli infartuati bisiachi non potranno lamentarsi nella loro lingua madre, sono comunque sicuro che, se ne avrò bisogno, la Regione mi farà avere una bella lapide bi, tri o perfino quadrilingue.


mercoledì 28 gennaio 2009

La gerla gigante

La montagna della nostra regione è un luogo con grandi problemi. Uno spopolamento continuo, un tessuto economico sempre più esile e un turismo molto limitato e asfittico. Basta superare il confine e andare in Austria per accorgersi come, in tutti i campi, il nostro territorio sia ancora arretrato. Come sempre le colpe non sono da attribuire al destino "cinico e baro" ma da una cronica incapacità di pensare il futuro come innovazione e dall'ancor più grave rifiuto di lavorare insieme, di creare forme di collaborazione e di sinergie tra i diversi soggetti, pubblici e privati che siano. Il mantra da quelle parti è fare "di bessoi" (da soli) e così, grazie a questa eterna testardaggine, si rimane sempre indietro.

La gerla è una cesta di legno che con delle cinghie, si porta sulle spalle per trasportare i più diversi carichi. Usata prevalentemente dalle donne, sono il simbolo di una storia passata di fatica e lavoro duro.


Il passato dunque, e cosa c'entrano con la montagna di oggi? Presto detto: alcuni giorni fa il Consorzio per lo sviluppo industriale di Tolmezzo (Consint) propone di costruire un monumento alla gerla come simbolo della Carnia ad Amaro. Si tratterebbe di un'enorme costruzione, parzialmente in legno, alta venticinque metri e con almeno sei kilometri di cavi di acciaio per avvolgerla. Il tutto al modico costo di cinquecentomila euro.
In questo modo circa un miliardo delle vecchie lire (detta così fa ancora più effetto) andrebbe buttato al vento per costruire un gigantesco monumento di assoluta inutilità.
In effetti in molti, soprattutto in Carnia, hanno evidenziato la stupidità dell'idea. Tra le voci favorevoli vanno ricordate quelle Nicola Plazzotta, delegato per Tolmezzo di Confindustria e dell'onorevole Manuela di Centa (PdL).
Nel primo caso la spiegazione è semplice, Plazzotta è proprietario della Stratex, un'azienda che costruisce strutture in legno lamellare e potrebbe essere coinvolta nella realizzazione del monumento. Il secondo caso, quello della rappresentante del popolo, merita un po' di attenzione.



Manuela Di Centa è passata direttamente dallo sci di fondo alle aule parlamentari e, francamente, mi sembrava più brillante sulla neve che a Montecitorio. Leggete qua: "Quella gerla può diventare un veicolo importantissimo di promozione turistica. In quella direzione secondo me ci si deve muovere come stanno facendo da tempo altre regioni che nel settore turistico possono insegnare molto" e ancora: "La base fondante della Carnia e delle sue diversissime valli è proprio la storia della gente fatta di sacrifici, lavoro, emigrazione, guerre e ancora sacrifici. Sempre a lavorare alzando la testa un attimo e subito rimettendosi sotto a lavorare. Ora però bisogna fermarsi un momento, pensare che non si vive solo di lavoro, di sacrifici, di storia e di ricordi, ma anzi, che tutte queste grandi peculiarità della nostra terra devono essere sfruttate per garantire alla Carnia un futuro migliore". Infine, in un crescendo sempre più ispirato: "la gerla quella storia gloriosa la sintetizza molto bene. Siamo una terra bellissima, ora dobbiamo valorizzarla: fosse per me metterei gerle dappertutto, in tutti i paesi, ovviamente non così grandi. Ma la gerla, simbolo del lavoro e del sacrificio di centinaia di donne, alcune delle quali morte per la patria, [si riferisce alle portatrici carniche che con la gerla portavano le vettovaglie alle trincee italiane durante la I Guerra mondiale ndr] può essere eccome un veicolo di promozione turistica. Il Cosint l’ha inserita, mi pare, in un’operazione di riqualificazione ambientale, io vado oltre, deve essere un’azione di marketing, realizzata assieme alle terme e agli alberghi. Troppo cara? La storia della Carnia, le tradizioni di questa terra, il sacrificio della nostra gente non ha prezzo".
Quindi, non una (da mezzo milione), ma dieci, cento, mille gerle andrebbero fatte per la parlamentare sciatrice e così la Carnia diventerebbe una fantastica meta turistica. Altro che la Torre Eiffel o l'Empire State Building, tutti a vedere la gerla gigante.

Io continuo a chiedermi: com'è che in Carinzia, senza gerle, hanno importanti e redditizie strutture turistiche e in Carnia niente? Mah. La mia resterà una domanda senza risposta e dubito che l'onorevole Di Centa, lautamente retribuita per legiferare, saprà mai dare una risposta.
Al momento la gerla gigante mi ricorda quei film fantascientifici di serie B che, snobbati appena usciti, diventano oggetti di culto molti anni dopo. Dopo i pomodori assassini, gli alieni mutanti e gli insetti enormi, avremo la "gerla gigante". Magari contro Godzilla e vedrai quanti turisti.


mercoledì 21 gennaio 2009

Carnival!

Cosa si può fare con 50.000 euro? Magari assumere per un anno un paio di operatori sociali, erogare dei contributi a chi ne ha bisogno, realizzare dei programmi di riqualificazione professionale. Tante cose. Ma quelle che ho elencato sono troppo grezze, prosaiche, roba da tempi di crisi.


Bisogna coltivare l'allegria e l'ottimismo e, ovviamente, l'identità culturale. Così il mitico Razzini, il consigliere regionale che difende la cultura bisiaca, durante la finanziaria regionale reperisce un bel gruzzolo e lo dona alla Pro Loco di Monfalcone per realizzare la prossima edizione del Carnevale. I vertici della Pro Loco esultano e Razzini si esalta: "Credo sia un riconoscimento importante per la nostra città e per il lavoro svolto dalla Pro loco che ha consentito al Carnevale monfalconese di effettuare il sorpasso quanto a presenze di quello di Muggia [wow! ndr]". Per il consigliere leghista "è giusto che la Regione tenesse conto del contributo che le iniziative organizzate a Monfalcone in occasione del Carnevale garantiscono il mantenimento e la salvaguardia delle tradizioni locali". E pensare che il Municipio nelle mani dei "rossi" aveva parlato di tagli e risparmi.

Carlo Blasini, presidente della Pro loco di Monfalcone, illustra la situazione dopo i nuovi finanziamenti: "La macchina organizzativa è a pieno regime. Abbiamo presentato all’assessore alla Cultura, Paola Benes, le nostre idee per ampliare i festeggiamenti, che dovrebbero partire già giovedì grasso sistemando un mega tendone in piazza e per arricchire la sfilata. Lei si è fatta portavoce di queste nostre proposte con la Giunta, ma manca ancora il benestare ufficiale per dar corso in concreto agli eventi". Per quanto riguarda l’ampliamento della sfilata mascherata del martedì grasso i contatti sono già stati avviati. Negli intenti della Pro loco c’è quello di dare al corteo mascherato un carattere multietnico, infatti, sono stati contattati gli organizzatori dei Carnevali di diversi Paesi, tra cui Francia, Svizzera, Austria, Slovenia e Brasile. A ora l’unico ad avere promesso la propria presenza è un gruppo di ballerine brasiliane.

Quindi, se ho capito bene, a Monfalcone arriveranno 50.000 euro che la Pro Loco userà per il "mantenimento e la salvaguardia delle tradizioni locali" portando le ballerine brasiliane.
Non ci resta che ridere. Samba!


martedì 20 gennaio 2009

That's all Folks!

Mentre il nuovo presidente sta giurando... Un ultimo ricordo di chi lo ha preceduto. Penso che ci mancheranno. Non avremo più l'occasione di avere un gruppo di governanti ai quali attribuire le colpe di ogni disgrazia. Ma finalmente è finita.



Così salutavano al termine di ogni puntata i Looney Tunes, i personaggi della serie di cartoni animati della Warner Bros. Wilie Coyote, Bugs Bunny, Duffy Duck e altri, più divertenti dei zuccherosi cartoni della Disney, sono stati la seconda serie animata che è durata più a lungo degli Stati Uniti.
Questi qui sotto sono durati solo otto anni, ma non hanno niente da invidiare ai cartoni animati. Allora per fare loro un omaggio e per ringraziarli di averci dato motivo di incolparli di ogni male, ecco un piccolo ritratto di commiato della George W. Bush band.



Cominciamo con John Ashcroft: è stato il ministro della giustizia del primo mandato presidenziale. Un vero fanatico religioso che iniziava ogni riunione del suo staff con una preghiera. Inventore del famigerato Patriot Act, di lui si ricorderà la memorabile impresa compiuta alle elezioni per il Senato del 2000. Il suo opponente, il democratico Mel Carnhan morì pochi giorni prima del voto, ma il suo nome non venne tolto dalle schede elettorali. Il giorno del voto gli elettori scelsero il democratico e Ashcroft fu il primo caso di un candidato sconfitto da un morto.



Del Segretario di Stato Condoleeza Rice mi sono sempre chiesto da dove arrivasse quel nome. Ebbene, pare che il padre appassionato della lingua italiana avesse voluto chiamarla "con dolcezza" ma la sua palese imperizia della nostra lingua ha prodotto questo stravagante risultato. Non resterà negli annali della storia della diplomazia ma sarà per sempre nei cuori degli appassionati di sadomasochismo.



Pochi giorni prima del crack finanziario che ha coinvolto le maggiori banche d'investimento americane, il Segretario al Tesoro Henry Paulson dichiarò che il sistema finanziario americano era solido e non c'era da preoccuparsi. Convinto assertore del liberismo si è trovato a gestire il più oneroso e consistente intervento pubblico della storia economica degli Stati Uniti. Lungimirante e coerente.




Karl Rove è stato il "genio del male" dell'amministrazione Bush. Amico di George W. dai tempi del governatorato in Texas ha gestito tutte le campagne elettorali del presidente. Nel 2000 riuscì a convincere gli americani che era meglio eleggere un simpaticone come Bush alla Casa Bianca piuttosto che il noioso e saccente Al Gore. Nel 2004 ha sfruttato la paura del terrorismo e ha trascinato alle urne i fondamentalisti cristiani. Maestro nei colpi bassi e nei giochi sporchi delle compagne elettorali sarei felicissimo di vedere la stessa grinta e determinazione negli strateghi elettorali della sinistra italiana.



Il Vicepresidente Dick Cheney è la risposta alla domanda: "Come abbia fatto un idiota a governare gli Stati Uniti". Infatti ha governato lui. Amico dei petrolieri, delle lobby delle armi (così tanto da aver ferito un amico durante una battuta di caccia) e nemico di ogni forma di protezione dell'ambiente è stato il vero presidente negli ultimi otto anni.

Ho ricordato questi cinque, ma avrei potuto ricordarne altri. Da Alberto Gonzales il ministro che giustificava le torture a Guantanamo a Donald Rumsfeld il Segretario alla Difesa che ha impersonificato il ruolo di "Dottor Stranamore" dell'amministrazione, da Paul Wolfowitz, consigliere per la sicurezza poi presidente della Banca mondiale travolto da uno scandaletto sessuale, fino a Colin Powell, il Segretario di Stato costretto a recitare la commedia delle "armi di distruzione di massa", poi pentitosi e diventato sostenitore di Barack Obama.
Comunque è finita. Ma non dimentichiamoci che questo uomo che oggi se ne va tra i fischi di tutti è stato capace di stare tra la gente, ascoltare la gente e, soprattutto, parlare come la gente.



Bye, bye e a mai più rivederci.

lunedì 19 gennaio 2009

Non siamo pronti

Qualche giorno fa il Presidente della Repubblica di Slovenia Danilo Turk ha dichiarato che non ci sono ancora le condizioni per un gesto simbolico di "riconciliazione" tra Italia, Slovenia e Croazia. A motivo di questa sua affermazione ha accusato la classe politica italiana di "deficit di memoria verso i crimini del fascismo".


Ma come? Il Presidente della Repubblica non si stanca mai di ricordare che l'antifascismo è il fondamento della nostra Repubblica e il Presidente della Camera dei Deputati ha definito il fascismo "male assoluto". Allora, mi sono detto, non è che il presidente sloveno si riferisse alla "classe politica" locale, invece che a quella nazionale? In questo lembo di confine viviamo da anni in una mielosa retorica dei "confini aperti", della collaborazione, delle commemorazioni dell'amicizia tra i popoli, senza che poi si riesca a costruire niente di concreto. A Trieste, Gorizia, Monfalcone c'è una continua esibizione di sentimenti di collaborazione, ma poi non si riesce a fare partire un solo progetto concreto in campo economico, ambientale, culturale o sociale. Solo chiacchiere, tante chiacchiere.

Su "Il Piccolo" di domenica scorsa si possono trovare due luminosi esempi di quanto la nostra localissima "classe politica" sia culturalmente impreparata ad affrontare questi temi.
Nel municipio di Gorizia sono stati accolti con tutti gli onori e omaggiati per la loro "strenua difesa dell'italianità" i reduci della X MAS, un'unità speciale della marina del Regno d'Italia che, dopo l'8 settembre 1943, si schierò a fianco dei fascisti della Repubblica Sociale Italiana e dei nazisti. Si sono chiesti gli attuali amministratori comunali goriziani cosa ne pensino gli sloveni dell'omaggio fatto a un gruppo di ex combattenti fascisti?


Così a destra. E a sinistra? Il presidente della provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, nel corso della presentazione di un libro sulle politiche antislovene del fascismo organizzato dall'ANPI, si scaglia contro l'amministrazione comunale di Gorizia, dichiarando: "La giunta Romoli ignora gli sloveni. Non c’è nessun rappresentante della comunità slovena nella giunta comunale di Gorizia. È come dire che una parte di questa città non ha diritto di essere rappresentata".
Ma che bella frase. Moderna e liberale. Come se le giunte si componessero non in base alle scelte politiche, ai programmi e alle capacità, ma su base etnica e linguistica. Brillantissima poi l'idea di utilizzare le tragedie di settanta anni fa per una piccola polemichetta provinciale.



La verità è che per gran parte del nostro modestissimo ceto politico la storia è usata come una presunta "gallina dalle uova d'oro" da utilizzare a piacimento nella disperata ricerca di raccattare un po' di consenso e mendicare qualche voto. Per fortuna i tempi stanno cambiando e la gallina sta per andare in pensione. Nel frattempo, ha ragione il Presidente sloveno, finché si tratta di organizzare qualche sagra sul confine va tutto bene, ma per un "gesto simbolico di riconciliazione" non siamo pronti.


sabato 17 gennaio 2009

Giù le mani!


Grazie a un ministro minaccioso e fuorilegge, dei vescovi invasati e un presidente di regione ignavo, Eluana Englaro non potrà realizzare le sue volontà e resterà un simulacro utile per appagare il fanatismo di alcuni.
Non c'è rispetto della vita in tutto ciò, non c'è pietà, c'è solo il disprezzo della persona e della sua libertà di scelta.





Visto che ancora non esiste una legge sul testamento biologico, che la destra probabilmente ne farà una pessima e che il mio partito si vergogna perfino di discuterne, utilizzo questo blog per il mio testamento.

Mi rivolgo ai miei parenti e amici: se dovessi trovarmi in uno stato vegetativo permanente staccate la spina, e se dovessero avvicinarsi al mio corpo qualche religioso o qualche politicante clericale ditegli di tenere giù le mani.



venerdì 16 gennaio 2009

Quattro giorni al termine

"1 Sempre e inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione.
2 La probabilità che una certa persona sia stupida è indipendente da qualsiasi altra caratteristica della persona stessa.
3 Una persona è stupida se causa un danno a un’altra persona o ad un gruppo di persone senza realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo un danno.
4 Le persone non stupide sottovalutano sempre il potenziale nocivo delle persone stupide; dimenticano costantemente che in qualsiasi momento e luogo, e in qualunque circostanza, trattare o associarsi con individui stupidi costituisce infallibilmente un costoso errore.
5 La persona stupida è il tipo di persona più pericoloso che esista".

Le cinque leggi fondamentali della stupidità, da Allegro ma non troppo di Carlo Maria Cipolla.




Tra quattro giorni se ne va. Ma solo gli storici di un lontano futuro sapranno spiegarci come sia stato possibile che la più importante, ricca e armata nazione del mondo abbia avuto per presidente un idiota.

giovedì 15 gennaio 2009

I Tedeschi e i Palestinesi


Questo signore si chiamava Neville Chamberlain ed era il primo ministro della Gran Bretagna. Il foglio che sventola orgogliosamente era il testo dell'accordo sottoscritto con Adolf Hitler. Con quell'accordo alla Germania veniva riconosciuta l'annessione dell'Austria e di buona parte della Cecoslovacchia, nella speranza di placare le mire espansioniste dei nazisti e di rabbonirli. Com'è finita lo sappiamo.


Le organizzazioni politiche e militari che oggi somigliano di più ai nazisti sono i movimenti dell'integralismo islamico. Stesso fanatismo, stesso razzismo, stesso culto della violenza e idolatria della morte, stesso odio per la democrazia, per le libertà e per il progresso, stesso, naturalmente, antisemitismo.



Se settanta anni fa le democrazie europee invece di farsi firmare un foglio da Hitler avessero usato prima i cannoni, ci saremmo risparmiati milioni di morti e avremmo salvato i tedeschi dalla loro più grande tragedia.
Con i nazisti e con Hamas non c'è niente da negoziare, perché i fanatici non vogliono negoziare, al massimo prendono tempo. Se vogliamo bene al popolo palestinese siamo obbligati a liberarlo da Hamas e non possiamo delegare questo compito solo ai carri armati e solo agli israeliani.

Vi prego, non ditemi che Hamas ha vinto le elezioni, anche Hitler le aveva vinte e un tiranno eletto dal popolo non è un tiranno migliore.



Il palestinese nella foto che stringe la mano al primo ministro israeliano Rabin si chiamava Arafat ed era un nemico di Hamas.

martedì 13 gennaio 2009

Caro comunista ti scrivo

"Il Movimento di Resistenza Islamico crede che la terra di Palestina sia un bene inalienabile, terra islamica affidata alle generazioni dell’islam fino al giorno della resurrezione. Non è accettabile rinunciare ad alcuna parte di essa. Nessuno Stato arabo, né tutti gli Stati arabi nel loro insieme, nessun re o presidente, né tutti i re e presidenti messi insieme, nessuna organizzazione, né tutte le organizzazioni palestinesi o arabe unite hanno il diritto di disporre o di cedere anche un singolo pezzo di essa, perché la Palestina è terra islamica affidata alle generazioni dell’islam sino al giorno del giudizio. Chi, dopo tutto, potrebbe arrogarsi il diritto di agire per conto di tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio? Questa è la regola nella legge islamica, e la stessa regola si applica a ogni terra che i musulmani abbiano conquistato con la forza, perché al tempo della conquista i musulmani la hanno consacrata per tutte le generazioni dell’islam fino al giorno del giudizio". Articolo 11 dello statuto di Hamas.

"[...]Il Profeta – le benedizioni e la salvezza di Allah siano su di Lui – dichiarò: 'L’Ultimo Giorno non verrà finché tutti i musulmani non combatteranno contro gli ebrei, e i musulmani non li uccideranno, e fino a quando gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l’albero diranno: O musulmano, o servo di Allah, c’è un ebreo nascosto dietro di me – vieni e uccidilo; ma l’albero di Gharqad non lo dirà, perché è l’albero degli ebrei'". Articolo 7 dello statuto di Hamas.




"Il popolo palestinese ha il diritto di non vedersi annientato dal militarismo, questo sì terroristico, del governo israeliano. L’uso della resistenza armata, razzi o non razzi, è una prerogativa che ogni popolo può esercitare, quando è oppresso, invaso, aggredito da un esercito nemico. Ma per quale motivo i palestinesi dovrebbero essere accondiscendenti con Israele? Lo sono stati i partigiani in Italia e nel resto dell’Europa nei confronti dell’oppressore e occupatore nazifascista?L’equidistanza dal mio punto di vista non è un’opzione possibile: richiamarsi, infatti, all’emergenza umanitaria in atto a Gaza, senza richiedere con altrettanta fermezza l’immediato ritiro delle forze armate israeliane dalla Striscia e da tutti i territori illegalmente occupati, equivale a dichiarare la fine dell’autonomia della comunità palestinese, quindi la fine del diritto internazionale [...]".

Alessandro Perrone, consigliere provinciale dei Comunisti italiani da Il Messaggero Veneto di sabato 10 gennaio 2009.

Caro Alessandro,

Ti conosco da anni, sei una persona intelligente e perbene (cosa di non poco conto in questi tempi). Conosci la politica e hai letto qualche libro in più della media degli italiani, inoltre sei un mio assiduo lettore.
Non so se hai mai visto un famoso film di fantascienza degli anni '50, L'invasione degli ultracorpi, dove si raccontava la conquista dal pianeta terra da parte degli extraterrestri. Gli alieni nascevano da un baccello gigante e assumevano le sembianze degli umani che poi uccidevano. Essi erano perfettamente identici alle vittime ma privi di emozioni e individualità. Ecco, caro Sandro, mi sembra che la persona che conoscevo, con le sue qualità, sia stata sostituita da un automa nato da un baccello a forma di Diliberto.




Ma come si fa, ti chiedo, a paragonare Hamas ai partigiani? Quelli combattevano il nazismo, questi sono degli integralisti religiosi che lanciano razzi sui civili e mandano qualche povero invasato a farsi saltare il aria.
E poi occupazione militare di cosa? Come ben sai, Israele ha lasciato la Striscia di Gaza sotto il pieno controllo palestinese, usando perfino l'esercito per allontanare i coloni recalcitranti che non la volevano abbandonare. Poi, Hamas ha fatto fuori (non solo metaforicamente) la parte laica dei palestinesi e ha cominciato a costruire a Gaza un grottesco califfato da dove lanciare in continuazione missili sulle città israeliane.




Certo che bisogna aiutare i palestinesi, certo che hanno diritto a uno Stato, come viene loro riconosciuto dagli stessi israeliani con gli accordi di Oslo, ma, soprattutto, bisogna salvarli da fanatici, ignoranti e mortiferi tiranni come i capi di Hamas.
Israele ha tante colpe ma un pregio: è l'unica, sottolineo l'unica, democrazia in tutto il Medio Oriente, e non sta nella supremazia militare, economica o nell'alleanza con gli Stati Uniti il vantaggio di Israele sui palestinesi, sta nell'essere una società democratica e, con molte fatiche, laica. Questo lo sanno anche i più intelligenti tra i dirigenti palestinesi.
Non è assecondando Hamas e mettendosi in marcia avvolti nei loro drappi funerei che si aiuta il popolo palestinese, ti assicuro. Del resto ad Hamas del popolo palestinese interessa ben poco, per loro non sono che carne da macello per saziare il fanatismo, un prezzo da pagare sulla strada del martirio. Hamas, in fondo, serve solo alla parte più retriva della politica israeliana e a qualche razzista di casa nostra.

Mi pare che qualcuno a sinistra creda che esista ancora la guerra fredda, gli arabi buoni con l'Unione Sovietica e gli israeliani cattivi con accanto gli Stati Uniti (almeno quella volta l'armata rossa in Afghanistan combatteva contro gli integralisti islamici). Svegliatevi! Quel mondo è finito! O almeno svegliati tu, Sandro. So che puoi farcela.
Con immutata amicizia, anche se: "amicus Plato, sed magis amica veritas".


lunedì 12 gennaio 2009

Happy New Deal

"Chi dorme contribuisce alle cose che avvengono nel mondo". Eraclito.





Il protagonista del film "Il dormiglione" si concedeva un letargo di duecento anni. Io, modesto filosofo cinico, mi sono preso una breve vacanza dalla rete.
Ora, uscito indenne dalla melassa natalizia, riprendo augurando buon anno ai miei quattro lettori.
E con gli auguri, il ricordo e l'immagine di un democratico che seppe affrontare momenti difficili.



Quanto ai democratici nostrani, qualcuno potrebbe prendere spunto da Altan.