martedì 26 maggio 2009

Psicopolizia e sputopolizia

Nel regime descritto da Orwell in 1984, un sistema di telecamere controllava sistematicamente i sudditi affinché non potessero nemmeno pensare di violare le imposizioni del sistema. Nel romanzo di Philip Dick, Minority Report, grazie alla presenza di individui dotati di poteri di precognizione si potevano arrestare i colpevoli prima ancora che avessero compiuto un reato.


Due esempi di psicopolizia. A Monfalcone, invece, ci troveremo di fronte alla sputopolizia.
Infatti, alcuni giorni fa il giornaletto locale (Il Piccolo, appunto) ha dato notizia di un caso di tubercolosi. La vittima è un immigrato del Bangladesh che risiede a Monfalcone da oltre dieci anni. Naturalmente la destra locale si eccita e sbraita, reclamando controlli severi e segregazione per gli immigrati colpevoli di portare la peste in città.
La destra fa il suo lavoro; invece, come affronta la vicenda l'ineffabile amministrazione di centrosinistra? Dopo un mielioso incontro con le associazioni degli immigrati (tutto multiculturalità e volemose bene) annuncia, per bocca del sindaco, che al più presto verrà emanata un'ordinanza con la quale si controllerà e punirà chi sarà beccato a sputare per strada. Immagino che la città dei cantieri pullulerà di poliziotti che, nascosti in ogni angolo, osserveranno e piomberanno sugli sputatori. Mi chiedo: come riusciranno a distinguere un potenziale sputatore? (Temo dal colore della pelle, a meno che non abbiano poteri premonitori). Una volta commesso il crimine, il reo dovrà raccogliere lo sputo? E, infine, come la mettiamo con gli starnuti? Saranno sanzionati anche essi?
Risultato raggiunto: in un colpo solo si dà ragione alla destra, avvallando l'idea che gli immigrati siano degli untori sputacchianti che mettono a repentaglio la salute dei monfalconesi.
A Monfalcone non si vota tra due settimane, ad ogni buon conto la campagna elettorale è già cominciata e la destra può stare tranquilla: quello che non riusciranno a dire loro, lo dirà l'amministrazione comunale.



Piccola divagazione, ho visto il primo segnale dello scricchiolio dell'imperatore: gli striscioni degli ultras milanisti a San Siro. Non illudiamoci, finché a sinistra saremo così sgangherati continueremo a perdere, tanto, morto un papi se ne fa un altro.


giovedì 21 maggio 2009

I have a nightmare


Basta una foto. Basta vederlo con piglio da padrone assoluto e immaginare una folla festante di nani e ballerine per restare senza fiato e senza forze.
Il vostro Diogene sarebbe pronto a trasformarsi in una delle più grandi figure della letteratura: Ilya Ilyich Oblomov.



Sulla via Gorochovaia, in uno dei grandi edifici i cui inquilini sarebbero bastati essi soli a popolare tutta una cittadina distrettuale, nel suo appartamento, Ilia Ilic Oblomov stava passando la mattinata a letto. Egli era un uomo di circa trentadue anni, di media statura, di aspetto piacente, con gli occhi di un grigio scuro, ma sui tratti del suo volto non v'era segno di un'idea ben definita ne' di una qualunque forma di concentrazione mentale. Il pensiero gli passava sul volto come un libero uccello dell'aria, svolazzava negli occhi, si passava sulle labbra socchiuse, si nascondeva tra le rughe della fronte, per sparire poi completamente, e allora su quel volto splendeva soltanto la tranquilla luce dell'indolenza. Dal volto, l'indolenza si comunicava all'atteggiamento di tutta la persona e perfino alle pieghe della vestaglia.

Tuttavia, in un sussulto di vitalità e per accontentare i miei pochissimi e nobilissimi lettori, il vostro filosofo cinico dedicherà i prossimi quindici giorni a seguire le elezioni. Ma non quelle europee, quelle locali, dove, molto spesso, candidati improbabili, con liste incredibili e storie bizzarre si combatteranno per uno scranno in qualche consiglio comunale.

Leggerete cose fantastiche. Un vero delirio.


lunedì 18 maggio 2009

Numeri e parole

"Quando ero giovane mi piaceva la matematica. Quando la matematica è diventata troppo difficile, mi sono dato alla filosofia, e quando la filosofia è diventata troppo difficile sono passato alla politica". Bertrand Russel.



Alcuni numeri:
Prodotto interno lordo: nel primo trimestre 2009 -5,9% su base annua (peggiore dato dal 1980).
Produzione industriale: a marzo -23,8% su base annua (peggiore risultato dal 1990).
Ricorso alla cassa integrazione: nel primo quadrimestre 2009: +232,5%.
Retribuzioni medie in Italia: 23° posto in Europa (su 27 paesi).
Tasso di disoccupazione: 8,8% nel 2008, +2,0% rispetto al 2008.
Infalzione: +1,2% annuo nel 2009.
Debito pubblico: 1.741,275 miliardi di euro.
Rapporto debito/PIL: 109,3% nel 2009.
Entrate tributarie: nel primo trimestre 2009 -4,8 rispetto al 2008.
Pressione fiscale: nel 2009 43,3% (+0,3 rispetto al 2008).


Alcune parole: "Sono convinto che gran parte degli effetti della crisi economica sono dovuti al fattore psicologico. Sfortunatamente, c'e' un'opposizione che guarda all'esistenza di questa crisi con soddisfazione. Il momento peggiore è superato. E' stato un diluvio, ma tutto è tornato come prima. Meglio di prima''. Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi."Segnali di speranza, il peggio è alle spalle". Il ministro dell'economia Giulio Tremonti.


In Italia i numeri non contano, vincono le parole. Infatti, tutti i sondaggi danno Presidente del Consiglio, il Governo e la maggioranza ampiamente promossi da oltre la metà degli italiani.
In un paese normale non accadrebbe; ma qui non siamo in un paese normale, siamo al Muppet Show!


Un ultimo numero che forse spiega il trionfo delle parole: l'agenzia internazionale Freedom House, nel suo rilevamento annuale sulla libertà di stampa nel mondo, declassa l'Italia al 40° posto, facendola scivolare da paese "libero" a "parzialmente libero".
Si può anche peggiorare.

venerdì 15 maggio 2009

La cultura e il culturista

Hey non fare il sapiente tu non sei divertente io che sono ripetente io ti tiro un fendente Forse sei deludente perché hai perso il mordente ma se trovi che ti rende tu diventa pur demente Coro : cia cia cia cia cia cia La cultura cia cia cia poi ti cura con premura con premura La cultura poi ti cura con premura la cultura Se la gente poi t'offende tu ti levi le mutande io che sono deficiente io ti spacco la tua mente Sei rimasto ignorante non ti frega più di niente se ti senti impotente tu diventa pur demente Coro : cia cia cia cia cia cia La cultura cia cia poi ti cura con premura con premura la cultura La calura più non dura sta sicura sta sicura la calura più non dura Coro : cia cia cia La verdura cia cia cia più non dura cia cia cia perché è dura cia cia cia la verdura cia cia cia la verdura cia cia cia Più non dura cia cia cia perché è dura cia cia cia la calura cia cia cia più non dura cia cia cià cià cià cià ciacciaccerò. (Diventa Demente, La Kultura Poi Ti Cura - Skiantos).


Se a Trieste intitolano una via a un gerarchetto fascista a Monfalcone non si vuole essere da meno; nulla in confronto alla grandeur triestina, qui si tratta soltanto della consegna di una targa all'assessore alla cultura di Milano, Massimiliano Finazzer Flory.
Finazzer ha passato la gioventù a Monfalcone. Tutti ricordano la sua figura da Schwarzenegger di periferia; in quel periodo, infatti, il futuro assessore meneghino si dedicava al body building. Sempre in tuta, con un giubbotto paramilitare, il giovane nerboruto si aggirava minaccioso per le strade di Monfalcone senza fare mistero delle sue simpatie per l'estrema destra.
Poi un giorno scomparve, riapparendo qualche tempo dopo in abiti meno inquietanti e aprendo una palestra. Ma la grande trasformazione lo vide passare dal culturismo alla cultura. Legge, scrive e, anche se pare non abbia mai conseguito la laurea, interviene sui più disparati argomenti guadagnandosi una nomea da intellettuale.
Intanto comincia a muovere i primi passi in politica: diventa collaboratore del ministro Tremonti e l'anno scorso il grande balzo: viene nominato dal sindaco di Milano assessore alla cultura, finendo agli onori delle cronache per una rissa con alcune vigilesse che non gradivano le performances di alcuni artisti da lui ingaggiati per commemorare il centenario del Manifesto Futurista.
Non è dato sapere cosa abbia fatto per la città dei cantieri e quindi resta misterioso il motivo del riconoscimento.


Monfalcone non ha prodotto molti personaggi famosi: Gino Paoli, Elisa, Paolo Rossi. Non so se questi abbiano già ricevuto una targa. Nel frattempo, per restare al livello dell'assessore futurista, proporrei una targa a Fabio Frittelli, in arte Mo-Do, autore nei primi anni novanta di un agghiacciante successo da discoteca: Eins, Zwei, Polizei.
Anche Frittelli è poi scomparso. Forse riapparirà assessore alla cultura del comune di Roma. Visti i tempi, non si sa mai.

giovedì 14 maggio 2009

E adesso intitolate una via pure a questo...

Quando vengono proposte delle idiozie, di certo si realizzano. Così, dopo discussioni di alcuni mesi, una via di Trieste è stata intitolata a Mario Grambassi, giornalista e fascista, morto mentre combatteva dalla parte sbagliata nella guerra di Spagna.
Nel corso della cerimonia il sindaco di Trieste, reduce dalla scenata isterica contro il Giro d'Italia, ha dichiarato: "Bisogna sapere distinguere il valore di un uomo dal suo contesto storico".
Wow! Fantastico! Sono senza parole.

Visto che avevo modestamente proposto di titolare una via al grande Angelo Cecchelin piuttosto che al gerarchetto, rinnovo la proposta ma, questa volta, con un nome molto più in linea coi sentimenti profondi della destra triestina. Non uno che scriveva giornalini per i balilla, ma uno tosto: Odilo Goblocnik, comandante delle SS nella zona operativa tedesca dell'alto Adriatico.


Nato a Trieste, Goblocnik, ebbe una sfolgorante carriera nel partito nazista, diventando nel 1938 Gaulaiter di Vienna. Ma nella vecchia capitale dell'Austria ormai annessa al Reich, Goblocnik si dedicò ad accumulare illegalmente un immenso patrimonio. Era troppo anche per un capo nazista; venne allora destituito e rimandato nei ranghi delle SS. Si occupò della realizzazione dei campi di stermino, pianificando la costruzione dei lager di Sobibor e Treblinka. Nel 1943 tornò nella città natale, entrata a far parte della zona operativa dell'alto Adriatico, istituendo il campo di concentramento della Risiera di San Sabba.
Nel maggio del 1945, braccato dalle truppe britanniche, si suicidò con una pastiglia di cianuro.

Allora, caro sindaco, titoli pure una via a questo criminale nazista, del resto Goblocnik faceva agli ebrei quello che parecchi leghisti vorrebbero fare agli immigrati. Poi, se qualcuno protesta, potrà sempre dire: "Bisogna distinguere il valore di un uomo dal suo contesto storico".

venerdì 8 maggio 2009

Eletti dal popolo (3 - Il presidente pistolero)


Quest'uomo è un leghista. Quest'uomo è il Presidente del Consiglio Regionale. Quest'uomo gira armato e tiene una pistola nel suo ufficio. Quest'uomo, a suo dire, è minacciato di morte dai terroristi islamici.


Va bene che siamo la regione di Basaglia, va bene che abbiamo anticipato la legge 180, va bene che i matti non devono essere rinchiusi, ma mica devono stare ai vertici delle istituzioni.

martedì 5 maggio 2009

Comunisti sul tetto del mondo

Abbiamo sostituito il voto utile con il voto dilettevole
Corrado Guzzanti mentre imita Fausto Bertinotti.

Quando si pensa al Nepal vengono in mente cime innevate, paesaggi meditativi, antichi monasteri e magari delle buone canne.



Eppure, per chi non lo sapesse, bisogna ricordare che il negli ultimi anni è stato oggetto di grandi trasformazioni politiche. Il paese è passato da una monarchia assoluta a una repubblica guidata dal Partito comunista del Nepal di ispirazione maoista.

Da alcuni giorni il paese è investito da una pesante crisi politica, il premier maoista Pushpa Kamal Dahal detto Prachanda (il fiero) si è dimesso aprendo uno scontro con il Presidente del paese Ram Baran Yadav del Partito del Congresso di ispirazione socialdemocratica. L'oggetto dello scontro è l'inserimento degli ex guerriglieri maoisti nell'esercito nazionale. Il premier Prachanda ha tentato di rimuovere il capo di stato maggiore che, ha suo dire, si oppone all'entrata dei guerriglieri nei ranghi dell'esercito; il generale, confortato dal sostegno del Presidente della Repubblica, rifiuta di dimettersi, provocando le dimissioni del premier maoista. Già cominciano le prime dimostrazioni di piazza e gli scontri.


Lo stesso governo di Prachanda è andato in crisi per l'ostilità verso i maoisti del secondo partito comunista del paese, il Partito Comunista Unificato del Nepal Marxista-leninista. Non è ancora dato sapere che ne pensino della situazione il terzo e il quarto partito comunista del paese: il Partito Comunista Unificato del Nepal e il Partito Comunista Marxista-leninista del Nepal, del quinto partito comunista nepalese è difficile capirne molto visto che il nome cambia più rapidamente di quanto io sia veloce nello scrivere. In breve, potremmo assistere nei prossimi mesi a una guerra civile dove diversi e mutevoli partiti comunisti combatteranno tra loro.

Lenin scrisse nel 1920 un libello dal titolo L’estremismo, malattia infantile del comunismo, il rivoluzionario russo non visse tanto per vedere la fase senile del comunismo, tuttavia noi uomini del XXI secolo siamo riusciti a vederla e a isolarne il virus.
Infatti la scoperta del morbo senile del comunismo è stata fatta in Italia e qui sotto vi mostro il paziente zero, la prima vittima e untore della malattia senile del comunismo: la stupidità.

Allontanate i bambini e i deboli di cuore; l'agghiacciante immagine è questa:

venerdì 1 maggio 2009

Voglia di centro


Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alla prossima generazione. Alcide De Gasperi.

Mentre il mondo guarda con preoccupazione all'influenza suina (o messicana o nuova o come diavolo vogliono chiamarla), un morbo ciclicamente attivo colpisce un settore della popolazione particolarmente a rischio: la classe politica.



La malattia ha iniziato a diffondersi nei primi anni novanta e tuttora riappare con un contagio che esplode alla vigilia degli appuntamenti elettorali. Le persone più a rischio sono quelle che hanno militato (peggio se con incarichi di rilievo) in un partito politico al tempo chiamato Democrazia Cristiana.



I sintomi riscontrati sono, più o meno, questi: improvviso disagio politico esistenziale (gli affetti tendono ad abbandonare il partito di appartenenza, sentendosi poco valorizzati e non in sintonia con la linea politica; disperata ricerca di incarichi e candidature; epilettico ondeggiare da una parte all'altra degli schieramenti politici (in alcuni casi le vittime raggiungono il dono dell'ubiquità, riuscendo a stare in più partiti allo stesso momento); nei casi più gravi qualche malato ha costituito dei nuovi partiti mai andati oltre a percentuali da prefisso telefonico; uno dei sintomi più gravi riscontrati nei pazienti sono le allucinazioni, i malati raccontano di sentire voci strazianti provenienti da una figura mitica chiamata "l'elettore moderato" che implorerebbe loro di rappresentarli.



Due sono i possibili decorsi della malattia: in alcuni casi i sintomi spariscono con l'ottenimento di una carica elettiva o di una nomina, in altri, non adeguatamente curati, la vittima continua nel suo vagabondare politico come un moderno Ebreo Errante.

In attesa che la scienza medica trovi il rimedio definitivo al virus, molti malati sono accolti in speciali strutture di cura chiamate UDC.


Abbiamo debellato la tubercolosi, la peste, il vaiolo; ho fiducia nella scienza, un giorno sconfiggeremo questo tremendo virus: "la voglia di centro".