sabato 8 novembre 2008

Dove sono?

"Queste tendenze fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che puo' risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia'', Paola Binetti parlando degli omosessuali in un'intervista sul Corriere della Sera.

Paola Binetti è iscritta al Partito democratico; come me.


Sono convinto che l'Italia abbia bisogno di un grande partito progressista, capace di avere il consenso della maggioranza dei cittadini. Sono convinto che questo partito debba raccogliere l'eredità delle culture socialiste, liberali e cattoliche democratiche. Sono convinto che, con tutti i suoi limiti, questo partito possa essere il Partito democratico. Certamente, in una grande organizzazione politica possono esserci sensibilità diverse su alcune questioni ma deve esserci una visione comune, salda e precisa sui principi di fondo come i diritti, la libertà e l'uguaglianza di tutti i cittadini.

Leggo dal Manifesto dei valori del Partito democratico:
Il Partito Democratico si impegna affinché la cultura dei diritti umani sia sempre più condivisa, al di là delle barriere politiche, geografiche, religiose. Essa mira a eliminare ogni violazione della dignità e della vita della persona, rimuovendo le cause che possono pregiudicarne lo sviluppo, e ogni discriminazione e violenza per motivi di appartenenze razziali e sociali, di schieramento politico e culturale, di religione, di genere e di orientamento sessuale.

Benissimo, allora mi chiedo chi ha sbagliato partito: io o l'onorevole Binetti? Mi sono subito risposto. Infatti, io non me ne vado.

5 commenti:

yodosky ha detto...

Grande Binetti. Riserva sempre una gioia.

A proposito di fanatismo religioso, c'è da un po' una questioncina che mi rimugina in testa mentre cammino a pie' spedito per andare al lavoro ogni mattina.
Ovvero la questione della "vita" anche in presenza di coma irreversibile (avete presente il caso di Eliana, no?).
Bene, la chiesa cattolica (associazione per delinquere della quale non faccio più parte dallo scorso 8 ottobre) non prevede differenza tra quella "vita" e la nostra.

Allora mi chiedo: come reagirebbe la chiesa se si proponesse di sostituire l'ergastolo con la lobotomia? Visto che tanto la vita nostra o di uno in coma irreversibile è uguale?

La domanda Le pare abbastanza provocatoria, caro filosofo?

diogene ha detto...

Ciò che trovo tremendo è sancire l'impossibilità di una scelta. Per la Chiesa cattolica siamo tutti dei bambini che non possono decidere su se stessi e sulla propria vita. Io trovo una tortura inutile protrarre artificialmente l'esistenza di chi vive una condizione di coma irreversibile e se mi dovesse capitare vorrei che staccassero la spina subito ma capisco chi farebbe una scelta diversa e tale scelta dovrebbe essere rispettata e praticata. Certo, se ci fosse una legge sul testamento biologico, ma in questo disgraziato paese non si può fare.

Qualche mese fa "l'Osservatore romano" ha perfino messo in discussione il concetto di morte celebrale, che è unanimemente accettato da almeno quarant'anni dalla comunità scientifica e sta alla base di tutte le legislazioni in materia, rischiando così di portare gravi ripercussioni nel sistema dei trapianti.

Però guardi che di lobotomizzati ne vedo molti: si muovono, dichiarano, governano...

yodosky ha detto...

Oh yes. Forse ha ragione Lei.

Anonimo ha detto...

Sei proprio così sicuro di non aver sbagliato partito?

diogene ha detto...

Hic manebo optime. Spero.