La vita xe un bidòn.
Del Granbassi giornalista si ricordano una trasmissione radiofonica per bambini all'EIAR "Mastro Remo" e la direzione di un giornalino chiamato "Il cantuccio del balilla". Il Granbassi fascista si arruolò come volontario nella Guerra di Spagna dove, assieme ai legionari italiani, combatté a fianco dei falangisti di Francisco Franco. Non ho altro da aggiungere, tranne uno stralcio dagli stessi diari di Granbassi in Spagna: "La sento tanto profondamente come una guerra fascista questa che sono venuto a combattere, sacrificando i miei affetti più cari e abbandonando il mio posto di lavoro! Gridare il nome del Duce, in faccia a questa trincea comunista, in questa notte di guerra, tanto lontano dalla Patria, è per me una soddisfazione che mi dà un’emozione profonda. Con quanto maggior diritto, con quanto orgoglio e fierezza, potrò gridarlo ora il nome del Duce, nelle piazze d’Italia se il destino mi farà tornare ai miei dopo aver compiuto anche con le armi il mio dovere di fascista".
Granbassi morì in Spagna nel 1939. Un anno dopo il regime ne onorò la memoria con la medaglia d'oro al valore militare.
Angelo Cecchelin era un comico triestino. Lingua svelta e tagliente, pagò spesso la sua abitudine a burlarsi dei potenti di turno. Già tenuto d'occhio dalla polizia austro-ungarica per il suo dichiararsi mazziniano e nazionalista italiano, con l'arrivo dell'Italia si presentò in scena vestito da Francesco Giuseppe rimpiangendo i tempi andati. "Non sono un coraggioso, sono un incosciente", diceva di sé e durante il ventennio fascista collezionò ottantasei diffide, tre arresti, due processi, tre sospensioni e una vigilanza speciale durata tre anni. Finita la guerra, gli occupanti jugoslavi non dimenticarono le sue battute su slavi e comunisti e con l'Italia repubblicana, infine, finì coinvolto nel processo per l'uccisione di un suo ex collega Nino d'Artena che, denunciato come fascista da Cecchelin, finì infoibato. Condannato a cinque anni di reclusione ne scontò due. In seguito gli venne impedito di lavorare a Trieste. Girò l'Italia e il mondo e morì a Torino nel 1964. Ancora oggi le sue canzonette e battute sono famosissime a Trieste.
Invece di intitolare una via a un volontario fascista nella Guerra di Spagna, sarebbe meglio, molto meglio, intitolarla a uno che è finito in carcere per la voglia di scherzare e fare ridere. Aggiungerei sotto l'iscrizione del nome una delle sue migliori battute: "Beati gli assetati di giustizia perchè saranno giustiziati".
10 commenti:
Giudice: Ancora voi!? Ma non vi vergognate!? Venti anni che lavoro qui e venti anni che vi vedo sempre.
Imputato: Non gavarò miga colpa mi, se Ela non ga fatto carriera.
http://www.youtube.com/watch?v=DXfVzHLXvlI
ecco pure un suo pezzo (fare copia e incolla)
si Ceccelin era proprio grande.
mi ricorso di un' altra battuta
"soldato che fugge...buono per un'altra volta"
ciao
Un post molto bello, magari accorciandolo dovresti inviarlo come lettera all'Agenda de Il Piccolo, chissà che non te la pubblichino. Fra ragionare i lettori non è mai un male.
Ps. La guerra di Spagna oggi va alla grande, vedo.
El Paso del Ebro o Ay Carmela
EL EJÉRCITO DEL EBRO,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA.
EL EJÉRCITO DEL EBRO,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
UNA NOCHE EL RÍO PASÓ,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
UNA NOCHE EL RÍO PASÓ,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
Y A LAS TROPAS INVASORAS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
Y A LAS TROPAS INVASORAS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
BUENA PALIZA LES DIO,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
BUENA PALIZA LES DIO,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
EL FUROR DE LOS TRAIDORES,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
EL FUROR DE LOS TRAIDORES,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
LO DESCARGA SU AVIACIÓN,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
LO DESCARGA SU AVIACIÓN,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
PERO NADA PUEDEN BOMBAS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
PERO NADA PUEDEN BOMBAS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
DONDE SOBRA CORAZÓN,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
DONDE SOBRA CORAZÓN,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
CONTRAATAQUES MUY RABIOSOS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
CONTRAATAQUES MUY RABIOSOS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
DEBEREMOS RESISTIR,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
DEBEREMOS RESISTIR,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
PERO IGUAL QUE COMBATIMOS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
PERO IGUAL QUE COMBATIMOS,
RUMBA LA RUMBA LA RUMBA LA
PROMETEMOS COMBATIR,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
PROMETEMOS COMBATIR,
¡AY CARMELA! ¡AY CARMELA!
Si. Oggi abbiam parlato molto di Spagna, in giro per la rete.
SE abitassi in via Granbassi, traslocherei.
Brutti neri puzzoni.
El pare xe morto lassando tuto al'Istituto... E cossa el ga lassà? 8 fioi!
Sandro, che dire: No pasaràn!
Cavolo, nella tua foto invernale la somiglianza con Trotsky è stupefacente. Ocio a Ramón Mercader!
...vi piacerebbe, eh?
E questa era la battuta con la quale esordiva entrando in scena vestito da Francesco Giuseppe.
Buongiorno, intanto... mi permetto d'inserirmi con poche parole, forse fuori luogo ma spero non più di tanto.
La vita xè un bidon è un libro uscito, credo, un po’ meno di quindici d'anni fa - per Baldini e Castoldi credo - su vita e opere di Angelo Cecchelin. Non se l'è filato di pezza nessuno, a parte quei quattro gatti tipo diogene e me che, evidentemente, se lo sono comprato e letto Mi duole duole duole ricordare che a nessuno dell’amministrazione comunale del tempo è venuto in mente di prendere spunto dall'uscita del libro e proporre una riflessione identica a quella che sta ispirando l’odierna sulle commemorazioni del nonno della co-conduttrice di Santoro.
E poi. Il Granbassi, lo ricorda Diogene, è morto nel ’39 e l’amministrazione comunale del momento non è stata eletta ieri. Che sia proprio un caso del destino che questa discussione sulla via a lui intitolata salti fuori dal cappello del mago, guarda, ma guarda che caso, proprio durante l’autunno (è da un po’ che la sento ‘sta storia) che segue le olimpiadi dove sua nipote ha vinto una medaglia, seppur di bronzo?
E’ vero che le medaglie le ha vinte anche prima e che il nonno sempre morto era da qual dì ma, come dire, un’olimpiade è pur sempre un’olimpiade in quanto a prestigio. O no?
La butto là così, da maligna quale sono. Sapete com’è, il cono di luce, il consenso cittadino.
Che un cazzo c’entrano con l’amministrare bene, posto che non sto giudicando.
Finisco con una riflessione personale: io ho fatto le elementari alla scuola Scipio Slataper. Si decantava, nella nostra educazione di scolari degli anni ’70, l’eroismo, la forza dell’anelito alla libertà contro il tiranno oppressore e ci facevano cantare il Piave mormorava.
Almeno, il mio maestro lo faceva. Era unico e faceva un po’ qual che gli pareva, compreso insegnarci a costruire modellini di carro armato. Ero anche piuttosto dotata. In compenso, non sapevo fare i conti, ma queste sono sfumature.
Il mio bisnonno (che mia nonna neanche mai conobbe) è morto il Galizia per l’astroungarico impero con quello che veniva chiamato il battaglione Triestiner. Ho visto l’unica sbiadita foto che esiste in famiglia. Praticamente mio papà suolo coi baffoni con l’arriccio finale.
‘Sta cazzata e le mie conseguenti divagazioni per dire che, in my humble opinion, la storia l’ha sempre scritta e sempre la scriverà che vince.
E scrivendola, dirà quello che più gli piace. O gli serve. O gli fa comodo.
In questo, la storia non si è mai smentita, da qualunque parte la si guardi.
Continuo a ritenermi un essere pensate ma, su questo punto in particolare, me ne sto facendo una ragione.
Aspettando, se mai arriveranno, tempi migliori.
si anche il rosso è uguale al nero: MA DAI!
"Beati gli assetati di giustizia perchè saranno giustiziati"
Grande frase, io la cito spesso... ora finalmente so chi l'ha pronunciata.
A uno così andrebbe intitolata una strada in ogni città...
Ma forse, a vedere l'Italia di oggi, di avere una via intitolata si vergognerebbe lui per primo.
:-(
ah, la foto dell'incontro hitler-franco... si dice che alla fine dell'incontro hitler abbia dichiarato si sarebbe fatto togliere un dente senza anestesia piuttosto che passare un'altra ora con franco.
il grandissimo Emilio de Santiago Simòn a lezione raccontava spesso l'aneddoto, e chiosava: "...y que tiene a que ver un campesino gallego con un psicòpata alemàn, yo no sè."
Anch'io ho la foto di un bisnonno in divisa austro-ungarica a Budapest. Di quello che combatteva con gli italiani non ne ho nessuna. E' morto prima di farla.
Certo che la storia la fanno i vincitori, ma i fascisti non avevano perso?
Franco è il simbolo della mediocrità della tirannide.
Certo che la storia la fanno i vincitori, ma i fascisti non avevano perso?
Diogene, temo che tu ti sia risposto da solo...
:-(
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