Alcuni giorni fa Cossiga ha scritto una lettera aperta al capo della polizia Antonio Manganelli.
"Caro Capo [Antonio Manganelli, ndr] per alcune dichiarazioni paradossali e provocatorie da me rese sul come gestire l’ordine pubblico in questa ripresa di massicce manifestazioni e come, spengendo tempestivamente i focarelli, si possa evitare che divampino poi gli incendi, mi sono beccato denunzie da molte persone, sacerdoti, frati e suore comprese, e sembra che me sia in arrivo una da parte di S.Em.za il Card. Tettamanzi, firmata anche dai alcuni suoi fedeli adepti dei Centri Sociali, dei No Global e dei Black Bloc. Osando contro l’osabile, caro Capo, vorrei darLe un consiglio. Gli studenti più grandi, anche se in qualche caso facendosi scudo con i bambini, hanno cominciato a sfidare le forze di polizia, a lanciare bombe carta e bottiglie contro di esse e a tentare occupazioni di infrastrutture pubbliche, e ovviamente, ma non saggiamente, hanno reagito con cariche d’alleggerimento, usando anche gli sfollagente e ferendo qualche manifestante. È stato, mi creda! un grande errore strategico. Aspetterei ancora un po’ adottando straordinarie misure di protezione nei confronti delle sedi di organizzazioni di sinistra. E solo dopo che la situazione si aggravasse e colonne di studenti con militanti dei centri sociali, al canto di ‘Bella ciao’, devastassero strade, negozi, infrastrutture pubbliche e aggredissero forze di polizia in tenuta ordinaria e non antisommossa e ferissero qualcuno di loro, anche uccidendolo, farei intervenire massicciamente e pesantemente le forze dell’ordine contro i manifestanti, ma senza arrestare nessuno. Il comunicato del Viminale dovrebbe dire che si è intervenuto contro manifestazioni violente del Blocco Studentesco, di Casa Pound e di altri manifestanti di estrema destra, compresi gruppi di naziskin che manifestavano al grido di ‘Hitler! Hitler!’. Questo il mio consiglio".
Di Cossiga ricordo una comparsata in campagna elettorale. Era uno degli ultimi gironi prima del voto e l'ex presidente accompagnò Riccardo Illy in una manifestazione a Gorizia. Il non foltissimo pubblico dovette sorbirsi un lunghissimo intervento del senatore a vita che, per almeno un'ora, divagò parlando di storia e politica estera. Alla fine dell'intervento si scorgeva, tra l'imbarazzo degli altri relatori e la freddezza del pubblico, l'impressione che forse del suo appoggio avremmo potuto anche fare a meno. Fu in quella serata, molto noiosa e un po' surreale che, con un brivido lungo la schiena, cominciai a pensare seriamente che forse le elezioni regionali non sarebbero andate così bene come credevamo.
L'articolo 59 della Costituzione così scrive: "È senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica (...)". Suggerirei, in sede di riforma costituzionale, di aggiungere: "Il senatore a vita decade quando supera il numero limite di cazzate".
2 commenti:
D'accordissimo, caro filosofo. Notai anch'io la stronzata galattica del presidente e devo dire mi indignai anzichennò.
La cosa divertente è che pare a nessuno gliene importi un fico secco.
Compreso a Manganelli, spero.
Una delle cose più disperanti di questo paese è che chiunque può dire qualsiasi cazzata senza mai risponderne.
E può sempre dire :"ma stavo scherzando".
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