lunedì 24 novembre 2008

Anch'io simpatico (II puntata)

Il vero simpatico è sempre in sintonia con la gente, come un abile navigatore prende sempre il vento giusto delle opinioni collettive. Se sta in Russia dice che gli americani sono dei provocatori, ma se sta a Washington abbraccia il presidente americano e gli dice che passerà alla storia. Se sta in Turchia, poi, dice che si impegnerà a farli entrare nell'Unione Europea, ma se sta a Busto Arsizio dichiara che mai permetterà che quei pericolosi islamici entrino in Europa. E se qualcuno nota le contraddizioni? Nessun problema, in questo paese la memoria media non dura più di una giornata, e poi si può sempre smentire.



Vado a prendere i sigari toscani in un bar vicino a casa. Clientela popolare e operaia; si penserebbe un luogo dove sentire discorsi progressisti, invece, grazie all'incapacità comunicativa della sinistra e a un televisore perennemente acceso, la maggioranza degli avventori si spertica in lodi a Bossi e al Presidente del consiglio.


Monfalcone è terra di immigrati e lo è sempre stata. In questi anni c'è stato un cospicuo arrivo di immigrati dal Bangladesh. E' gente che fa dei lavori che nessun italiano vuole fare e che non è mai stata coinvolta in nessun fatto di cronaca nera. Ma non importa, a molti danno fastidio e nemmeno sanno dirti perché.

E così, mentre bevevo un caffè, potevo ascoltare il titolare lamentarsi della presenza di questi immigrati. Quale occasione, ho pensato; ecco, posso diventare simpatico. basta un sorriso, una battuta, farmi vedere in sintonia con le sue opinioni e il gioco è fatto. Eppure c'era una cosa: mentre inveiva contro di loro, il titolare continuava a servire i tanti bengalesi che entravano nel locale e lo faceva pure in modo gentile. Allora gli ho fatto notare che se gli stanno tanto sulle scatole avrebbe dovuto mandarli via. Mi ha guardato e, mentre pensavo di essere preso a insulti, mi ha risposto che in fondo lui deve pur vivere e che forse avevo ragione, non avrebbe dovuto insultarli; "semo tuti poreti" (siamo tutti dei poveretti, per chi non conosce il bisiaco) ha concluso.

Oggi probabilmente sarà di nuovo a inveire e alle prossime elezioni voterà Lega, comunque sono riuscito a costringerlo a cinque secondi di riflessione. Ma in quanto a simpatia continuo a fallire.


Nel suo film più sofisticato, "Zelig", Woody Allen racconta la storia di un tale che per farsi amare dagli altri si adatta, trasformandosi come un camaleonte, all'ambiente circostante. Il disturbo era cominciato quando, durante una conversazione con gente colta, tutti palavano di Moby Dick e lui non sapeva quale fosse il finale di Moby Dick.

Se bastasse fare leggere a tutti Moby Dick...



Ah, Moby Dick finisce male.

5 commenti:

lucio ha detto...

il coformista di Giorgio Gaber


http://www.youtube.com/watch?v=wZWwQq-JjX4

Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che è da tempo che non sono neanche più fascista
sono sensibile e altruista
orientalista
ed in passato sono stato
un po' sessantottista
da un po' di tempo ambientalista
qualche anno fa nell'euforia mi son sentito
come un po' tutti socialista.

Io sono
un uomo nuovo
per carità lo dico in senso letterale sono progressista
al tempo stesso liberista
antirazzista
e sono molto buono
sono animalista
non sono più assistenzialista
ultimamente sono un po' controcorrente
son federalista.

Il conformista
è uno che di solito sta sempre dalla parte giusta,
il conformista ha tutte le risposte belle chiare dentro la sua testa
è un concentrato di opinioni
che tiene sotto il braccio due o tre quotidiani
e quando ha voglia di pensare pensa per sentito dire
forse da buon opportunista
si adegua senza farci caso e vive nel suo paradiso.

Il conformista
è un uomo a tutto tondo che si muove senza consistenza,
il conformista s'allena a scivolare dentro il mare della maggioranza
è un animale assai comune
che vive di parole da conversazione
di notte sogna e vengon fuori i sogni di altri sognatori
il giorno esplode la sua festa
che è stare in pace con il mondo
e farsi largo galleggiando
il conformista
il conformista.

Io sono
un uomo nuovo
e con le donne c'ho un rapporto straordinario sono femminista
son disponibile e ottimista
europeista
non alzo mai la voce
sono pacifista
ero marxista-leninista
e dopo un po' non so perché mi son trovato
cattocomunista.

Il conformista
non ha capito bene che rimbalza meglio di un pallone
il conformista aerostato evoluto
che è gonfiato dall'informazione
è il risultato di una specie
che vola sempre a bassa quota in superficie
poi sfiora il mondo con un dito e si sente realizzato,
vive e questo già gli basta
e devo dire che oramai
somiglia molto a tutti noi
il conformista
il conformista.

Io sono
un uomo nuovo
talmente nuovo che si vede a prima vista sono il nuovo conformista.

diogene ha detto...

Sempre del signor G, aggiungerei questa:

Io non mi sento italiano

Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell'inno nazionale
di cui un po' mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all'impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po' sfasciato.
E' anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c'è un'aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m'incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos'è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c'è un'altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido "Italia, Italia"
c'è solo alle partite.
Ma un po' per non morire
o forse un po' per celia
abbiam fatto l'Europa
facciamo anche l'Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.

Anonimo ha detto...

Lui si, che è uno che piace!

«Uno in più nella grande famiglia dell’Arma dei carabinieri». Con queste parole i colonnelli Guido De Masi e Roberto Zuliani, rispettivamente comandante del 13º Reggimento Friuli Venezia Giulia e comandante provinciale dell’Arma, hanno consegnato al presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, il titolo di “socio onorario” dell’Associazione nazionale carabinieri. È successo ieri pomeriggio, nella caserma del 13º Reggimento in via Trieste, durante la celebrazione della ricorrenza della Virgo Fidelis, Santa patrona dell’Arma, nel 67º anniversario dell’eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del 1º battaglione Carabinieri. Nel corso della cerimonia, a sorpresa, i colonnelli De Masi e Zuliani si sono avvicinati al presidente Gherghetta appuntandogli alla giacca la spilla della loro associazione. «Nessuno mi aveva avvisato che avrei ricevuto un riconoscimento così prestigioso», ha dichiarato Gherghetta, visibilmente emozionato. «Si tratta di uno straordinario attestato nei confronti della mia lealtà e onestà. E ciò non può che onorarmi profondamente. Da oggi in poi, ben salda sulla mia giacca non ci sarà soltanto la spilla della Provincia di Gorizia, ma anche quella dell’Arma dei carabinieri».

diogene ha detto...

Se aggiunge qualche altra spilla tra un po' avra la giacca piena di decorazioni come Breznev ai tempi dell'URSS.

alessandro perrone ha detto...

Diogene, +/- è la stessa cosa che ho scritto a Tic.

Allora Flic e Floc, o meglio Tic e Tac.

PS. Questa mattina ho incontrato il nostro è ho visto che aveva la spilla, gli ho fatto presente che rischia di diventare come Leonida, ma non ha colto....