Ci sono parole che cambiano il significato. Cinico oggi è un furbastro senza scrupoli. Ma un tempo non era così: era un filosofo, un bizzaro tipo di filosofo randagio.
Cinico, dal greco κύων (kyon), cane. Così veniva chiamato Diogene, nato a Sinope e che, tra i V e IV secolo a. C., vagabondando proprio come un cane randagio, metteva in discussione le certezze e le convenzioni dei suoi concittadini. Un folle, un "Socrate impazzito", molesto e fastidioso, un matto che coi bagliori della sua lanterna metteva in luce le pazzie della presunta normalità del comportamento umano. E la luce di quella lanterna si infilava dappertutto, perchè come ebbe a dire: "Anche il sole penetra nelle latrine, ma non ne è contaminato".
Il cinismo, in fondo, come scrisse Oscar Wilde, è "l'arte di vedere le cose come sono, non come dovrebbero essere".
7 commenti:
Scusate... è qui che ci si iscrive al circolo Sinistra e Nobiltà?
No guardi, le iscrizioni le gestisce il Barone (noblesse oblige). Ma sono certo che lei sarà accolta con entusiasmo.
Mi raccomando: non porti Tic. Ci annoierebbe.
Toh, quel disco l'ho riascoltato l'altro ieri, dopo essermi autoeletto sindaco di Simpleton.
Tic è già assessore alla cultura del simpatico paesello, posso offrire una "cadrega" anche a lei?
(mi perdoni, ma da romano adoro questi termini esotici...)
(P.s.: appunto il link, ma non garantisco continuità)
@ Mammifero: e Yodosky alle pari opportunità no???
Ps: la parola che devo digitare per inserire il commento è "sessen"... mah...
E' troppo chiedere di fare il "King for a day"?
Pari opportunità, mah...
Ho appena postato sulla Crafagna, a proposito di Pari Opportunità.
E sessen, in questo caso, ci sta tutto.
Ok a tutti.
L'unico incarico che non intendo conferire è "President kill again".
:-)
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