venerdì 5 dicembre 2008

La voce del padrone




Non sono serviti occupazioni, scioperi, cortei, lezioni in piazza, a nulla è valsa la solidarietà di maestri, presidi, rettori, professori e bidelli, non ha sortito alcun effetto il sostegno di politici, mamme e intellettuali, niente di niente; l'imperturbabile ministro della pubblica istruzione Mariastella Gelmini non si è mossa e i previsti tagli dei finanziamenti all'istruzione sono rimasti.

Tra i tagli era prevista anche una sforbiciata ai fondi delle scuole paritarie (leggi istituti cattolici). Accortasi della riduzione dei fondi, la Conferenza episcopale italiana è partita subito all'attacco: "Le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese" ha affermato monsignor Bruno Stenco, direttore dell'Ufficio nazionale della Cei per l'educazione. Poco dopo parte un missile verso il governo, lanciato direttamente dal Papa: "Gli aiuti per l'educazione religiosa dei figli sono un diritto inalienabile".

Terrorizzato dal micidiale attacco, il governo si arrende immediatamente. "C'è un emendamento del relatore che ripristina - dice il sottosegretario all'economia Giuseppe Vegas - il livello originario, vale a dire 120 milioni di euro. Possono stare tranquilli, dormire su quattro cuscini". Così, quello che migliaia di studenti e professori non erano riusciti a ottenere in settimane di mobilitazioni, la Chiesa cattolica lo ottiene in meno di un'ora.

Cari manifestanti, la prossima volta indossate qualche abito talare. Avrete ciò che desiderate e potrete dormire comodamente su quattro cuscini.





C'è un bel film di Martin Ritt sul periodo della "caccia alle streghe" negli Stati Uniti degli anni '50, "Il prestanome" (The Front). Il film racconta la storia di un modesto allibratore che presta il suo nome a parecchi autori finiti nella lista nera dei sospetti per attività antiamericane. Divenuto famoso, il prestanome (interpretato da Woody Allen) matura una coscienza politica e finisce anche lui sotto processo.




Si dice che la ministro Gelmini non decida nulla, che sia solo il prestanome del ministro del tesoro Tremonti. Allora, visto che su quei 120 milioni prontamente recuperati l'ultima parola spetterà alla ministro, se anche lei, come il protagonista del film di Ritt, riacquisterà una coscienza, si ricorderà che il nostro non è uno Stato confessionale e che il suo ministero si chiama della "pubblica" istruzione, mi impegno a chiederle scusa e a pubblicarle un post di elogio.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Arriverà Babbo Natale.

yodosky ha detto...

Mi si invita a nozze nel mio anticlericalismo, caro Diogene.
Ma, voglio dire, la vedo dura poter imporre qualcosa alle gerarchie cattoliche quando non si riesce neppure (o con mola difficoltà) a dare un calcio nelle chiappe alle assurde (nella mia concezione, si badi bene) credenze.
Per esempio: conosco fior fior di amiche-amici miei che pur non mettendo piede in una chiesa da secoli hanno battezzato i loro pargoli. Why?
Oppure: dall'8 ottobre mi sono ufficialmente sbattezzata. La cosa non ha mancato di creare enorme sconcerto tra persone che credevo anticlericali all'ennesima potenza. Ora, non che tutti devono seguire me come il grande leader, ma...
Non mi ricordo chi spacciandosi per anticlericale mi ha detto che comunque tiene il crocefisso perchè "non si sa mai".
Beh, voglio dire, non lamentiamoci poi di quello che abbiamo.

Anonimo ha detto...

se poi tra gli insegnanti laici v'è qualcuno omosex.....è finita! basta con le imposizioni!

Anonimo ha detto...

"dall'8 ottobre mi sono ufficialmente sbattezzata".....come si fa? ABDUL

diogene ha detto...

Mi bastano insegnanti bravi; quello che fanno a letto è affar loro.

Ne conosco tanti di questi cattolici à la carte. Per loro il cattolicesimo è un vestito da indossare solo in determinate occasioni.

Visto che non dò importanza al mio battesimo non vedo perchè sbattezzarmi.

yodosky ha detto...

@ Anonimo: basta cercare su internet. Comunque si invia una raccomandata al proprio parroco (il testo è su internet) con la fotocopia della carta d'identità. Quindici giorni e sei fuori dalla Chiesa.

@ Diogene: caro filosofo, proprio lei mi cade sulla differenza tra significante e significato...