lunedì 15 dicembre 2008

Eletti dal popolo (1- Il bisiaco in camicia verde)

Il grande Ettore Petrolini, rivolgendosi a uno spettatore che l'aveva fischiato, disse: "Io nun ce l'ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t'hanno buttato de sotto". E' esattamente lo stesso pensiero che provo quando vedo alcuni nostri "eletti dal popolo". Non ce l'ho con loro, ma con quelli che li hanno eletti.


Federico Razzini è un vero leninista. Sempre fedele alla linea del partito, anche quando questa cambia vorticosamente, non si è mai espresso in modo stonato con le gerarchie leghiste e si è sempre salvato dalle cicliche purghe nel partito di Bossi. Addetto stampa, assessore provinciale, consigliere comunale, la sua devozione e fedeltà è stata ripagata con l'elezione al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.

Finalmente raggiunto il meritato riconoscimento per anni di indefessa militanza, ha potuto svolgere il suo lavoro in difesa degli interessi del popolo bisiaco.
I bisiachi, si sa, sono un po' ingrati e continuano in maggioranza a votare a sinistra, ma il nostro virgulto consigliere in camicia verde non demorde e subito si lancia in difesa del nostro bel idioma paleo veneto. Presenta allora un disegno di legge che "valorizzi e promuova gli idiomi e i dialetti storici veneti del Friuli Venezia Giulia", una legge di cui a Monfalcone si sentiva la drammatica urgenza.
Poi si mette in evidenza nelle battaglie leghiste contro le aperture domenicali dei negozi. Memorabile una sua dichiarazione: "Dobbiamo fare una buona e radicale riforma del commercio se vogliamo distinguerci da chi ci ha preceduto e ha fallito deludendo i cittadini a favore di poche lobby affaristiche!" Naturalmente, a lui, che i cittadini vadano a fare acquisti dalle "lobby affaristiche" perchè i prezzi sono vantaggiosi rispetto ai commercianti del centro storico, interessa ben poco. Il suo cavallo di battaglia è la difesa delle nostre terre dall'incombente minaccia islamica. In questa crociata possiamo vederlo lancia in resta con disegni di legge, comunicati e così tante iniziative che è impossibile dare conto di tutte. Merita, però, di essere segnalata una sua performance in Consiglio regionale di alcuni mesi fa.
Siamo nel corso di una seduta dedicata alle interrogazioni e interpellanze. La seduta si consumava stancamente in un aula distratta quando, d'un tratto, il vocione di Razzini è rimbombato nell'emiciclo: "Signor Presidente!" Ricordo quasi a memoria. "Capisco che sono importanti le interrogazioni, ma devo segnalare un fatto gravissimo accaduto a Monfalcone!" Orca! Mi sono preoccupato anch'io. Che sarà successo? Sarà esplosa la centrale, crollata la Rocca, affondato il porto. No, niente di tutto ciò. "Oggi in una scuola media - ha proseguito Razzini - sono stati invitati dal preside decine di immigrati del Bangladesh che hanno preso parte alla fine dei lavori del Ramadan". Si, avete letto bene: "fine lavori del Ramadan". Che cultura il nostro leghista!



Quindi, per il novello crociato, il fatto gravissimo era che alcuni immigrati di fede islamica hanno portato qualche dolcetto a scuola per la celebrazione della fine del Ramadan, mostrando agli studenti che anche i mussulmani hanno delle ricorrenze religiose e non mangiano i bambini. Una vera tragedia per il ciarpame ideologico dei leghisti.



Come dicevo all'inizio, non ce l'ho con lui che fa solo la parte del disciplinato leghista, ce l'ho con chi lo ha eletto.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma "bisiaco" deriva forse da Bisanzio?

(scusate la domanda bizzarra, non sono "di queste parti"...)

diogene ha detto...

No. Durante il ventennio fascista venne inventata la derivazione del termine dal latino "bis aquae", cioè "due acque", ovvero i fiumi Isonzo e Timavo, entro i quali sta la terra abitata dalla gente che parla un dialetto di matrice veneta. In realtà pare derivi dallo slavo bezjak che significa esule e fuggiasco ma anche sciocco. Forse perchè Venezia vi deportava matti, ladri e prostitute (come una piccola Australia), infatti non è casuale l'assonanza con il termine "bislacco".

Anonimo ha detto...

tanto per la cronaca ho letto da qualche parte che nel prossimo consiglio provinciale si disuterà un odg di tale Del Bello di monfalcone sulla salvaguardai dell'idioma bisiaco ..
the Grinch

Anonimo ha detto...

Chi si batte per la salvaguardia del bisiaco, secondo me, andrebbe celebrato, andrebbe onorato, andrebbe premiato: abbiamo (e avremo sempre di più, in futuro) bisogno di ridere.

yodosky ha detto...

Comunque io vorrei far presente la sua battaglia contro la "Casta". Che è come se io facessi una battaglia contro i collaboratori di giornali e adetti stampa.

A proposito di ignoranza, comunque, mi è venuto un mente uno spassoso episodio di qualche anno fa. Io e una certa malvagia sorella eravamo in Egitto (sì, come le due sorelle zitelle di Marge Simpson). Assieme a noi altri turisti, che a un certo punto hanno la bella pensata di offrire del vino alla nostra guida (islamica). Al suo diniego, chiedono perchè. La risposta è che naturalmente un musulmano non tocca l'alcol. A quel punto, basiti, rivolgono alla guida le seguenti domande:
"Ma i musulmani chi sono?"
"E quanti altri ostacoli dovete superare?".
Sì, esatto, come in Giochi senza frontiere, ve li ricordate?
Un, deux, trois... Piiiit!

yodosky ha detto...

Pan pan pa pan, pan pan pa pan...

(la sigletta)

Zimisce ha detto...

bellissima quella dell'egitto. concordo appieno con diogene sull'etimologia di bisiaco, a me risulta lo stesso.

il razzini comunque mica ha tutti i torti. ho sentito mormorare di una setta di Bengalesi che si è stabilita da qualche parte su una collina carsica, ha fatto di un castelliere la sua dimora, e ora manda feroci sicari armati di lame ricurve a perseguire i nemici della vera fede. El vecio dela montagna è il loro capo, conosciuto anche come mulon omar.

brrrr... fuggite, sciocchi!

Zimisce ha detto...

ah dimenticavo!

@mammifero bipede: a me sarebbe piaciuto tanto se fosse derivato da bisanzio, dannazione.

yodosky ha detto...

E comunque la tutela delle arti locali è anche l'obiettivo del neo assessore alla cultura di M.
Ecco l'intervista come l'avrei fatta io.
"Ecco il neo assessore alla cultura P.B. Ci illustri le direttive che intende dare alla nuova politica culturale del Comune di M."
"Beh, ritengo importante valorizzare il patrimonio artistico locale, la cultura bisiaca e la sua tradizione"
"Aahhahhaha. Vabbè, ma parlando seriamente?"

Anonimo ha detto...

Cultura bisiaca mi suona un po' come un ossimoro, conoscendo abbastanza benino i panorami locali.
Ma la mia vuol'essere solo una battuta.

Cultura bisiaca non significa nulla.

diogene ha detto...

Magari fosse una casta di politici di professione.
Non pretendo i filosofi auspicati da Platone, ma questa montagna di ignoranti è asfissiante.

Faccia un'intervista così e la invito a cena una volta al mese per i prossimi dieci anni.

yodosky ha detto...

Accetterei. Mi si riferisce che Lei cucina assai bene.

alessandro perrone ha detto...

Grande Mammifero Bipede, incredibile non ci avevo mai pensato, però, per un'operazione di marketing territoriale, si potrebbe pubblicizzare una campagna tipo: Bisiacaria la terra d'approdo degli argonauti e figlia sperduta di Bisanzio.
Infatti, Bistrigna ridente frazione di Staranzano, potrebbe essere la nostra Alba Longa, non a caso è l'unica località bisiaca che c'è stato il fenomeno dei cerchi nel grano. Vorrà pur dire qualcosa....
Certo ci mancano i gemelli ed il Lupercale, ma di necessità si fa virtù.
Comunque tutt'altra storia rispetto a quella della colonia penale dove la della Serenissima mandava farabutti e poco di buono.
In ogni caso il detto del Belli ci andrebbe a pennello: "Bast'a ssapè c'ogni donna è puttana, e ll'ommini una manica de ladri...ecco imparata l'istoria romana/bisiaca".
......Ovviamente escluse/i le/i presenti.