venerdì 26 dicembre 2008
Brevi considerazioni intorno al mio onomastico
venerdì 19 dicembre 2008
Eletti dal popolo (2- L'uomo che ha detto basta ai Rasta)
Questo qua non è un venditore di aspirapolveri a domicilio. E' un legislatore regionale. Uno che decide, poco per fortuna, della mia e della vostra vita. Paolo Ciani, prima MSI, poi AN e ora PDL. Non si ricorda molto della sua attività politica tranne una lunga, maniacale e ossessiva battaglia contro il Rototom Sunsplash Festival. Il Sunsplash è il più importante festival della musica reggae d'Europa e si svolge in Friuli Venezia Giulia a Osoppo. Nell'ultima edizione ci sono state oltre duecentomila presenze ed è stato visitato dal ministro giamaicano della cultura.
Ma per Ciani il festival è come Moby Dick per il capitano Achab. Lo bracca da anni, lo insegue e non ci dorme la notte. Così ogni anno il valoroso consigliere tuona contro "il festival della droga", e della "cultura della morte" e, finalmente, vinte le elezioni, affonda il colpo: "Basta illegalità. È giunta l’ora di porre un drastico freno a questo fenomeno in cui l’alibi della musica viene invocato puramente per drogarsi e, come se non bastasse, pure con denaro pubblico per sostenere l’evento". Così, finalmente, via i fondi regionali allo sgradito festival.
E' vero, parecchi ascoltando la musica reggae si rollano qualche canna, ma è molto più rischioso sfrecciare per le nostre autostrade che starsene ad ascoltare musica tra i prati di Osoppo e, probabilmente, è molto più facile trovare dei pericolosi sballati tra le osterie friulane. Ma il vino lo produciamo noi, la marijuana no, ed è pure un prodotto extracomunitario. Non sono appassionato di musica reggae e trovo piuttosto demenziale una religione che adora il vecchio imperatore d'Etiopia e la cannabis, ma passerei la vita con un gruppo di Rasta, piuttosto che qualche minuto con Paolo Ciani.
Povera destra da Ciano a Ciani.
giovedì 18 dicembre 2008
Spagna - Italia
"Riconosciamo oggi in Spagna il diritto a contrarre matrimonio con persone dello stesso sesso. Non siamo stati i primi, ma sono sicuro che verranno dopo molti altri Paesi spinti da due forze inarrestabili: la libertà e l'uguaglianza. Si tratta di un piccolo cambiamento nel testo della legge che comporta un immenso cambiamento nelle vite di migliaia di concittadini. Non stiamo legiferando per gente remota e sconosciuta; stiamo allargando la possibilità di essere felici per i nostri vicini, i nostri compagni di lavoro, i nostri amici e i nostri famigliari e allo stesso tempo stiamo costruendo un paese più onesto, perché una società onesta è una società che non umilia i suoi membri. I nostri figli ci guarderebbero con incredulità se gli raccontassimo che non molto tempo fa le loro madri avevano meno diritti dei loro padri, che le persone dovevano continuare a restare unite nel matrimonio, aldilà della propria volontà, quando non erano più capaci di convivere insieme. Oggi possiamo offrire una bella lezione: ogni diritto conquistato, ogni libertà raggiunta, è stato il frutto dello sforzo e del sacrificio di molte persone che dobbiamo oggi riconoscere e di cui dobbiamo essere orgogliosi" José Luis Rodríguez Zapatero primo ministro spagnolo.
Cavolo! Per un mezzo liberale come me (l'altra mia metà è socialista) è un'accusa grave. Urge documentarsi. Allora ho provato a fare un piccolo confronto tra il nostro paese e la "statolatrica" Spagna di Zapatero.
Cominciamo. Matrimonio e convivenze: in Spagna sono ammessi i matrimoni omosessuali e una coppia più registrarsi al comune nell'apposito registro delle unioni civili. In Italia solo matrimonio "secondo natura" e nessuna tutela per le convivenze. Divorzio: in Spagna una procedura che può durare al massimo sei mesi. In Italia dopo tre anni di separazione si può chiedere il divorzio. Procreazione assistita: In Spagna sono previste tutte le tecniche migliori per la salute della donna. In Italia ci sono tante e tali limitazioni che molte coppie preferiscono andare all'estero (chi può permetterselo naturalmente). Malattie terminali: In Spagna esiste il testamento biologico, un cittadino può così dichiarare quali cure vuole o non vuole che gli siano somministrate in caso di malattia irreversibile. In Italia non c'è niente, o peggio, il malato finisce in balia di medici, politici, giudici e vescovi. Per quanto riguarda il finanziamento alla Chiesa Cattolica, in Spagna c'è il sette per mille sulle dichiarazioni dei redditi ma, allo stesso tempo, la Chiesa non può accedere ad altri finanziamenti e paga tasse e imposte come tutti.
mercoledì 17 dicembre 2008
Walter e Pasquale
martedì 16 dicembre 2008
Chapeau, Presidente
Che il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini fosse uno dei pochi esponenti della destra italiana che non fanno venire i brividi lo pensavo già da tempo, con le sue dichiarazioni di oggi in occasione del settantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali, lo considero uno statista.
"L'ideologia fascista non spiega da sola l'infamia delle leggi razziali. C'è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della chiesa cattolica. Rievochiamo oggi - ha proseguito Fini - una pagina vergognosa della storia italiana. Quelle leggi hanno rappresentato uno dei momenti più bui nelle vicende del nostro popolo".
lunedì 15 dicembre 2008
Eletti dal popolo (1- Il bisiaco in camicia verde)
Il grande Ettore Petrolini, rivolgendosi a uno spettatore che l'aveva fischiato, disse: "Io nun ce l'ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t'hanno buttato de sotto". E' esattamente lo stesso pensiero che provo quando vedo alcuni nostri "eletti dal popolo". Non ce l'ho con loro, ma con quelli che li hanno eletti.
Siamo nel corso di una seduta dedicata alle interrogazioni e interpellanze. La seduta si consumava stancamente in un aula distratta quando, d'un tratto, il vocione di Razzini è rimbombato nell'emiciclo: "Signor Presidente!" Ricordo quasi a memoria. "Capisco che sono importanti le interrogazioni, ma devo segnalare un fatto gravissimo accaduto a Monfalcone!" Orca! Mi sono preoccupato anch'io. Che sarà successo? Sarà esplosa la centrale, crollata la Rocca, affondato il porto. No, niente di tutto ciò. "Oggi in una scuola media - ha proseguito Razzini - sono stati invitati dal preside decine di immigrati del Bangladesh che hanno preso parte alla fine dei lavori del Ramadan". Si, avete letto bene: "fine lavori del Ramadan". Che cultura il nostro leghista!
sabato 13 dicembre 2008
Canzoni di Natale
giovedì 11 dicembre 2008
Anch'io simpatico (III puntata - fine)
"Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare". John Belushi in Animal House.
Così, sprofondando in questi pessimistici pensieri, mi sono imbattuto in un articolo su La Repubblica che dava conto dei commenti della stampa britannica sull'attuale momento politico del Regno Unito.
mercoledì 10 dicembre 2008
Compagni, avanti il gran partito...
nostro alfine sarà
l'Internazionale
futura umanità!
venerdì 5 dicembre 2008
La voce del padrone
C'è un bel film di Martin Ritt sul periodo della "caccia alle streghe" negli Stati Uniti degli anni '50, "Il prestanome" (The Front). Il film racconta la storia di un modesto allibratore che presta il suo nome a parecchi autori finiti nella lista nera dei sospetti per attività antiamericane. Divenuto famoso, il prestanome (interpretato da Woody Allen) matura una coscienza politica e finisce anche lui sotto processo.
Si dice che la ministro Gelmini non decida nulla, che sia solo il prestanome del ministro del tesoro Tremonti. Allora, visto che su quei 120 milioni prontamente recuperati l'ultima parola spetterà alla ministro, se anche lei, come il protagonista del film di Ritt, riacquisterà una coscienza, si ricorderà che il nostro non è uno Stato confessionale e che il suo ministero si chiama della "pubblica" istruzione, mi impegno a chiederle scusa e a pubblicarle un post di elogio.
giovedì 4 dicembre 2008
Chi va e chi viene. A Lugano
Ma tu che ci discacci
con una vil menzogna
repubblica borghese
un dì ne avrai vergogna
noi oggi t'accusiamo
in faccia all'avvenir.
Noi oggi t'accusiamo
in faccia all'avvenir.
Banditi senza tregua
andrem di terra in terra
a predicar la pace
ed a bandir la guerra
la pace per gli oppressi
la guerra agli oppressor.
La pace per gli oppressi
la guerra agli oppressor
Elvezia il tuo governo
schiavo d'altrui si rende
d'un popolo gagliardo
le tradizioni offende
e insulta la leggenda
del tuo Guglielmo Tell.
E insulta la leggenda
del tuo Guglielmo Tell.
Addio cari compagni
amici luganesi
addio bianche di neve
montagne ticinesi
i cavalieri erranti
son trascinati al nord.
E partono cantando
con la speranza in cor.
Quando faceva il comico Grillo era divertente e i testi glieli scriveva Michele Serra. Da quando fa il capopopolo mi diverte molto meno e i testi se li scrive da solo. E poi, quel suo Vaffa day, mi sembra la versione moderna e trendy di uno slogan di qualche anno addietro: Me ne frego.
Forse mi sbaglio, ma non sopporto i moralisti, quelli che dicono "sono tutti ladri" e quelli che si sentono degli eroi.
"Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere". Giovanni Falcone.
mercoledì 3 dicembre 2008
Con sprezzo del ridicolo
"Certi uomini politici muoiono sulle barricate sulle quali non sono mai stati". François Mitterrand.
In Italia si scrive troppo e si legge troppo poco. Mentre gli italiani sono tra i lettori più scarsi d'Europa, le nostre librerie straripano di libri assolutamente inutili. Calciatori, attori, soubrette e una più varia umanità producono quintali di carta stampata. Così tra i vari generi letterari ne battezzo uno nuovo: "libri scritti con sprezzo del ridicolo". Ecco la storia di un testo fondamentale di questo nuovo genere.
Willer Bordon è stato funzionario del Partito comunista italiano e sindaco di Muggia. Nel 1987 viene eletto deputato. Con la fine del PCI aderisce al PDS è viene rieletto nel 1992. Ma è inquieto e cosi, dopo un periodo di doppia tessera PDS e Radicali, fonda con Ferdinando Adornato (poi Forza Italia ora UDC) Alleanza Democratica. S'imbarca nella "gioiosa macchina da guerra" di Achille Occhetto. La macchina si schianta ma lui sopravvive e nel 1994 è rieletto deputato con i Progressisti nel collegio di Mantova. Ma nella bassa lombarda non viene molto amato e allora nel 1996 trasferisce armi e bagagli nel collegio di Fiumicinio dove, battendo Gasparri, torna in Parlamento. Ormai preso da un'attività frenetica diventa sottosegretario ai beni culturali nel primo governo Prodi, ministro dei lavori pubblici nel secondo governo d'Alema e ministro dell'ambiente nel secondo governo Amato. Schizza da un partito all'altro come un protone in un acceleratore nucleare; nel 1998 fonda con Di Pietro L'Italia dei Valori, ma la lascia subito, l'anno dopo è partecipe della nascita de I Democratici e nel 2001 è nella Margherita. Poco convinto del nuovo soggetto politico, prima si fa eleggere al Senato, poi ne diventa capogruppo. Intanto anche a Fiumicino non ne apprezzano la saettante carriera politica e torna nella natia regione Friuli Venezia Giulia. Siamo nel 2006, nuova legge elettorale ma Bordon è sempre presente, eletto al Senato, lascia la Margherita, entra nel PD e lo abbandona subito per fondare l'Unione democratica che si fonda con i Liberaldemocratici di Lamberto Dini, contribuendo alla caduta del governo Prodi.
martedì 2 dicembre 2008
Dove mi siedo?
Le ultime giornate hanno avuto un aspetto surreale. Piero Fassino resuscita per un giorno i DS e firma a Madrid il Manifesto dei socialisti europei, Walter Veltroni saluta calorosamente tutti ma non firma, Francesco Rutelli, poi, andrà al congresso dei liberali al grido di "mai con i socialisti". Nel mondo normale si fa un bel congresso, si vota e chi vince decide. Ma l'Italia non è, si sa, un paese normale.
lunedì 1 dicembre 2008
Dalla parte giusta
"Ma il vostro parlare sia si si no no, ciò che è in più vien dal maligno". Vangelo secondo Matteo 5, 37
sabato 29 novembre 2008
मुंबई Bombay Mumbai
I fanatici religiosi non colpiscono mai a caso. Per loro i luoghi e i simboli contano più delle persone. E Bombay è un simbolo.
Bombay è come l'India, vuole diventare moderna, è una democrazia laica ma soffre ancora del sistema delle caste. Bombay vuole guardare al futuro.
Gli integralisti hanno paura del futuro. Loro vogliono tornare nelle caverne, si nutrono di odio, ignoranza e disperazione. Continueranno a tirare bombe e sgozzare la gente, ma non vinceranno mai. Perché non si ferma il futuro.