Homo sum et nihil humanum a me alienum puto (Terenzio).
Sabato sera ero a una cena tra amici. Gente colta, intelligente e di sinistra. Grandi ragionamenti, snobismo e ironia a pacchi. Molte discussioni vertevano sullo stato del nostro paese e, trovandomi tra progressisti, ognuno aveva un'idea diversa. Eppure, per capire questo paese, o almeno la maggioranza dei suoi abitanti, bastava che accendessimo la televisione. Si sa, alcuni di noi nemmeno la guardano la televisione e perfino preferiamo leggere un libro, però se avessimo visto il Festival di Sanremo avremmo avuto molte più informazioni sull'Italia di quelle che quotidianamente ricaviamo da un fondo di Eugenio Scalfari o da un'analisi di Ilvo Diamanti. Infatti, vorrà pure dire qualcosa il fatto che per cinque giorni di fila dai dieci ai quindici milioni di italiani sono rimasti incollati per ore e ore davanti alla televisione a vedere uno spettacolo noioso, con cantanti grotteschi e canzoni brutte, presentatori ignoranti e ospiti pronti a tutto per una marchetta. Mi chiedo, quei quindici milioni di italiani non avevano altro da fare? Un libro, un film, una cena, una passeggiata, fare del sesso, saranno stati valutati come possibili alternative? Mah.
Sabato sera ero a una cena tra amici. Gente colta, intelligente e di sinistra. Grandi ragionamenti, snobismo e ironia a pacchi. Molte discussioni vertevano sullo stato del nostro paese e, trovandomi tra progressisti, ognuno aveva un'idea diversa. Eppure, per capire questo paese, o almeno la maggioranza dei suoi abitanti, bastava che accendessimo la televisione. Si sa, alcuni di noi nemmeno la guardano la televisione e perfino preferiamo leggere un libro, però se avessimo visto il Festival di Sanremo avremmo avuto molte più informazioni sull'Italia di quelle che quotidianamente ricaviamo da un fondo di Eugenio Scalfari o da un'analisi di Ilvo Diamanti. Infatti, vorrà pure dire qualcosa il fatto che per cinque giorni di fila dai dieci ai quindici milioni di italiani sono rimasti incollati per ore e ore davanti alla televisione a vedere uno spettacolo noioso, con cantanti grotteschi e canzoni brutte, presentatori ignoranti e ospiti pronti a tutto per una marchetta. Mi chiedo, quei quindici milioni di italiani non avevano altro da fare? Un libro, un film, una cena, una passeggiata, fare del sesso, saranno stati valutati come possibili alternative? Mah.

Per non fare lo spocchioso e il distante dalla gente, ho ascoltato le canzoni arrivate sul podio. Da rabbrividire. Al terzo posto è arrivato un tale con un nome da mafioso italoamericano che ha cantato un brano, modello "mielosità partenopea", che probabilmente eseguirà con successo al matrimonio di qualche camorrista di Secondigliano. Pensare che uno così gira a piede libero mentre Roberto Saviano vive sotto scorta. Al secondo posto è arrivato un tale che ha proposto una canzone brutta, sporca e cattiva. Un brano che sostiene l'idea che i divorziati rovinano i figli, se sei traumatizzato diventi gay (sono sicuro che lui avrebbe voluto dire recchione), che gli omosessuali sono tutti dei pervertiti mezzi pedofili e che ci si può salvare solo nell'ambito della famiglia tradizionale. Infine, a vinto un ragazzino, uscito da una patetica trasmissione di Mediaset, che a scuola aveva sicuramente l'insegnante di sostegno. Bravi, sono la degna colonna sonora di questo paese.

Intanto a Los Angeles, California, Stati Uniti, tanti kilometri e tanti anni lontana da Sanremo Sean Penn vinceva l'Oscar come miglior attore per l'interpretazione di Harvey Milk, il primo omosessuale dichiarato a venire eletto a una carica pubblica. E pensare che i signori dell'Academy Award non sono degli intellettuali di sinistra, è gente che lavora per l'industria di Hollywood, eppure noi abbiamo Povia, loro Sean Penn.

Sento da tempo grandi e complessi ragionamenti sulla crisi della sinistra. Domenica, leggendo Il Piccolo, ho avuto una prima, certa e significativa risposta. A Ronchi dei Legionari, comune di sinistra, dove la gente vota a sinistra e gli amministratoti sono di sinistra, la giunta comunale per parlare dei problemi locali si è rivolta a ... A chi? al Presidente della Regione? No. A qualche assessore regionale? No. Ai parlamentari? Nemmeno. A Federico Razzini, consigliere regionale della Lega Nord, noto per le sue battaglie contro i mussulmani e i centri commerciali e per il suo difficile rapporto con la lingua italiana. Quindi, se dei dirigenti politici del partito democratico, eletti dai cittadini anche in nome della loro appartenenza politica, pensano che il loro miglior interlocutore sia un leghista xenofobo, vuol dire che siamo messi male, molto male.

Devo le mie scuse al reggente, pardon, segretario, del Partito democratico Dario Franceschini. Nel mio ultimo post l'avevo descritto come una via di mezzo tra il portinaio e la donna delle pulizie della sede del partito. Eppure, nel suo primo breve intervento, ha detto: che la legge della destra sul testamento biologico fa schifo, che in Europa staremo nel gruppo socialista e che Berlusconi sta cambiando i connotati della nostra democrazia. In cinque minuti è stato meglio di Veltroni in diciotto mesi. Speremo ben.