lunedì 19 gennaio 2009

Non siamo pronti

Qualche giorno fa il Presidente della Repubblica di Slovenia Danilo Turk ha dichiarato che non ci sono ancora le condizioni per un gesto simbolico di "riconciliazione" tra Italia, Slovenia e Croazia. A motivo di questa sua affermazione ha accusato la classe politica italiana di "deficit di memoria verso i crimini del fascismo".


Ma come? Il Presidente della Repubblica non si stanca mai di ricordare che l'antifascismo è il fondamento della nostra Repubblica e il Presidente della Camera dei Deputati ha definito il fascismo "male assoluto". Allora, mi sono detto, non è che il presidente sloveno si riferisse alla "classe politica" locale, invece che a quella nazionale? In questo lembo di confine viviamo da anni in una mielosa retorica dei "confini aperti", della collaborazione, delle commemorazioni dell'amicizia tra i popoli, senza che poi si riesca a costruire niente di concreto. A Trieste, Gorizia, Monfalcone c'è una continua esibizione di sentimenti di collaborazione, ma poi non si riesce a fare partire un solo progetto concreto in campo economico, ambientale, culturale o sociale. Solo chiacchiere, tante chiacchiere.

Su "Il Piccolo" di domenica scorsa si possono trovare due luminosi esempi di quanto la nostra localissima "classe politica" sia culturalmente impreparata ad affrontare questi temi.
Nel municipio di Gorizia sono stati accolti con tutti gli onori e omaggiati per la loro "strenua difesa dell'italianità" i reduci della X MAS, un'unità speciale della marina del Regno d'Italia che, dopo l'8 settembre 1943, si schierò a fianco dei fascisti della Repubblica Sociale Italiana e dei nazisti. Si sono chiesti gli attuali amministratori comunali goriziani cosa ne pensino gli sloveni dell'omaggio fatto a un gruppo di ex combattenti fascisti?


Così a destra. E a sinistra? Il presidente della provincia di Gorizia Enrico Gherghetta, nel corso della presentazione di un libro sulle politiche antislovene del fascismo organizzato dall'ANPI, si scaglia contro l'amministrazione comunale di Gorizia, dichiarando: "La giunta Romoli ignora gli sloveni. Non c’è nessun rappresentante della comunità slovena nella giunta comunale di Gorizia. È come dire che una parte di questa città non ha diritto di essere rappresentata".
Ma che bella frase. Moderna e liberale. Come se le giunte si componessero non in base alle scelte politiche, ai programmi e alle capacità, ma su base etnica e linguistica. Brillantissima poi l'idea di utilizzare le tragedie di settanta anni fa per una piccola polemichetta provinciale.



La verità è che per gran parte del nostro modestissimo ceto politico la storia è usata come una presunta "gallina dalle uova d'oro" da utilizzare a piacimento nella disperata ricerca di raccattare un po' di consenso e mendicare qualche voto. Per fortuna i tempi stanno cambiando e la gallina sta per andare in pensione. Nel frattempo, ha ragione il Presidente sloveno, finché si tratta di organizzare qualche sagra sul confine va tutto bene, ma per un "gesto simbolico di riconciliazione" non siamo pronti.


5 commenti:

Anonimo ha detto...

Fino a quando si parlerà del passato? Fino al 3000?

lucio ha detto...

Marcel Marceau non si sarebbe espresso meglio nel disappunto di rimanere senza acqua mentre era nella doccia tutto insaponato.
In quel momento io, minoranza linguistica, facente parte della maggioranza linguistica del paese in cui si trova il paese di minoranza linguistica in cui vivo, ho usato espressioni inequivocabili e comprensibili da chiunque, anche dagli amministratori responsabili di quel disservizio qualunque lingua essi parlassero.

Dalla politica chiediamo un’amministrazione decente, che abbia al centro il Cittadino, progetti che ci facciano sognare, che ci diano prospettive per il futuro. La collaborazione fra confinanti serve per migliorare le condizioni di vita, importano poco, anzi infastidiscono, i suoni dei vari tromboni, che usano la tecnica della seppia per mascherare la nullità di cui sono portatori, l’inchiostro gettato nell’acqua per difendersi, nel tempo, acceca anche chi lo versa.
Probabilmente sentiremo ancora per alcuni anni le contumelie dei “signori del muretto” coloro che hanno, sia a destra che a sinistra (che nell’economia e nella cultura), fondato le loro fortune su di un confine chiuso.
Per fortuna lor signori stanno esaurendo la sabbia della parte superiore della clessidra, non li salutiamo, senza rimpianti, comunicando loro che non c’è nulla di nuovo sul fronte orientale…..tranne una facezia,…..il fronte orientale non c’è più.

Ciao lucio

lucio ha detto...

una poesia che mi sembra in tema...ciao

Aspettando i barbari
di Konstantinos Kavafis

«Che cosa aspettiamo cosi' riuniti sulla piazza?
Stanno per arrivare i Barbari oggi.
Perche' un tale marasma al Senato? Perche' i Senatori restano senza legiferare?
E' che i barbari arrivano oggi. Che leggi voterebbero i Senatori? Quando verranno, i Barbari faranno la legge.
Perche' il nostro Imperatore, levatosi sin dall'aurora, siede su un baldacchino alle porte della citta', solenne e con la corona in testa?
E' che i Barbari arrivano oggi. L'Imperatore si appresta a ricevere il loro capo. Egli ha perfino fatto preparare una pergamena che gli concede appellazioni onorifiche e titoli.
Perche' i nostri due consoli e i nostri pretori sfoggiano la loro rossa toga ricamata? Perche' si adornano di braccialetti d'ametista e di anelli scintillanti di brillanti? Perche' portano i loro bastoni preziosi e finemente cesellati?
E' che i Barbari arrivano oggi e questi oggetti costosi abbagliano i Barbari.
Perche' i nostri abili retori non perorano con la loro consueta eloquenza?
E' che i Barbari arrivano oggi. Loro non apprezzano le belle frasi ne' i lunghi discorsi.
E perche', all'improvviso, questa inquietudine e questo sconvolgimento? Come sono divenuti gravi i volti! Perche' le strade e le piazze si svuotano cosi' in fretta e perche' rientrano tutti a casa con un'aria cosi' triste?
E' che e' scesa la notte e i Barbari non arrivano. E della gente e' venuta dalle frontiere dicendo che non ci sono affatto Barbari... E ora, che sara' di noi senza Barbari? Loro erano comunque una soluzione».

(1908 - Konstantinos Kavafis)

tic. ha detto...

Hai letto il profilo su facebook di Gherghetta?
Alla voce 'idee politiche' c'è scritto "liberale"...
Un mito.

Anonimo ha detto...

Come ho già detto, Liberace forse voleva scrivere...