Si terrà domani a Udine il convegno: "Lenghis in salût - Jeziki pri zdraviu - Lingue in salute". L'appuntamento, promosso dal Servizio identità linguistiche, culturali e corregionali all'estero della Regione Friuli-Venezia Giulia [il trattino, eliminato da qualche anno, sta nel comunicato ufficiale della Regione. Come dire: non sanno nemmeno come si chiamano. ndr] e dal Servizio Medicina sociale del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda per i Servizi sanitari n° 4 Medio Friuli, tratterà il tema dell'uso delle lingue minoritarie nella comunicazione sociale e sanitaria. Nel comunicato informativo si legge: "Verrà fatto il punto sulle attività svolte, dalle pubblicazioni alle campagne di comunicazione, sino alle rubriche informative radiofoniche e ai corsi per i dipendenti, sui risultati conseguiti e sugli sviluppi futuri di questo genere di azioni".
Sono convinto che un minimo di conoscenza delle parlate locali può servire, però, mi chiedo quale sia stata l'effettiva utilità di questi progetti, come si conciliano queste iniziative con la disperata ricerca di infermieri e operatori sanitari dall'estero e, soprattutto, se mi prede un accidente, nell'ambulanza ci sarà posto per il defibrillatore o per l'interprete?
Amareggiato perché gli infartuati bisiachi non potranno lamentarsi nella loro lingua madre, sono comunque sicuro che, se ne avrò bisogno, la Regione mi farà avere una bella lapide bi, tri o perfino quadrilingue.
4 commenti:
Di bello c'è però che il friulano rende tutto ridicolo, anche il fatto più grave.
A lè muart. Come si fa a non ridere?
Aspetto con ansia il commento di Athina la Miss a penser.
ma in bisiacco si dice "stago malon" o stago "malononon", vorrei saperlo, non si sa mai, per il futuro...
ciao
Athina! Athina! Io ti invoco!
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