martedì 5 maggio 2009

Comunisti sul tetto del mondo

Abbiamo sostituito il voto utile con il voto dilettevole
Corrado Guzzanti mentre imita Fausto Bertinotti.

Quando si pensa al Nepal vengono in mente cime innevate, paesaggi meditativi, antichi monasteri e magari delle buone canne.



Eppure, per chi non lo sapesse, bisogna ricordare che il negli ultimi anni è stato oggetto di grandi trasformazioni politiche. Il paese è passato da una monarchia assoluta a una repubblica guidata dal Partito comunista del Nepal di ispirazione maoista.

Da alcuni giorni il paese è investito da una pesante crisi politica, il premier maoista Pushpa Kamal Dahal detto Prachanda (il fiero) si è dimesso aprendo uno scontro con il Presidente del paese Ram Baran Yadav del Partito del Congresso di ispirazione socialdemocratica. L'oggetto dello scontro è l'inserimento degli ex guerriglieri maoisti nell'esercito nazionale. Il premier Prachanda ha tentato di rimuovere il capo di stato maggiore che, ha suo dire, si oppone all'entrata dei guerriglieri nei ranghi dell'esercito; il generale, confortato dal sostegno del Presidente della Repubblica, rifiuta di dimettersi, provocando le dimissioni del premier maoista. Già cominciano le prime dimostrazioni di piazza e gli scontri.


Lo stesso governo di Prachanda è andato in crisi per l'ostilità verso i maoisti del secondo partito comunista del paese, il Partito Comunista Unificato del Nepal Marxista-leninista. Non è ancora dato sapere che ne pensino della situazione il terzo e il quarto partito comunista del paese: il Partito Comunista Unificato del Nepal e il Partito Comunista Marxista-leninista del Nepal, del quinto partito comunista nepalese è difficile capirne molto visto che il nome cambia più rapidamente di quanto io sia veloce nello scrivere. In breve, potremmo assistere nei prossimi mesi a una guerra civile dove diversi e mutevoli partiti comunisti combatteranno tra loro.

Lenin scrisse nel 1920 un libello dal titolo L’estremismo, malattia infantile del comunismo, il rivoluzionario russo non visse tanto per vedere la fase senile del comunismo, tuttavia noi uomini del XXI secolo siamo riusciti a vederla e a isolarne il virus.
Infatti la scoperta del morbo senile del comunismo è stata fatta in Italia e qui sotto vi mostro il paziente zero, la prima vittima e untore della malattia senile del comunismo: la stupidità.

Allontanate i bambini e i deboli di cuore; l'agghiacciante immagine è questa:

4 commenti:

Zimisce ha detto...

hehehehehheheheheheheh sottoscrivo alla grande. l'ultimo alito rosso fu soffocato in italia da quel vecchio coglione stalinista di kossutta quando scelse quella bertuccia vanesia pensando di poterlo controllare.

jesus, certo che a volte parlo come un pamphlet anni '30.

yodosky ha detto...

Bertinotti imitato da Guzzanti ha anche detto che frammentarsi in minuscoli pezzi è una strategia politica, e io sono convinta che sotto l'ironia si celi la verità.
Mi ascolti, gentile Diogene: ha presente Davide contro Golia? La Guerra dei Mondi? Mago Merlino contro la Maga Magò?
Bene, il principio è quello: il gigante si batte con il minuscolo. Con l'infinitesimale. Piccole particelle che attaccano ovunque. Ah, mefistofelici strateghi politici...

lucio ha detto...

geniale...
magari la destra governerà sempre..
ma piena di pustole. ciao lu

tic ha detto...

Cheffà? Mi spara sulla crocerossa, mò?

Comunque, Bertinotti ha scritto un libro (anzi, mi pare che se lo sia fatto scrivere da qualla capra della Ritanna Armeni, o Armani che tanto, visto l'ambiente, è lo stesso).
Non demorde, il coglione. E ci farà ridere ancora tanto.
Mi dispiace solo che il titolo citi Kavafis...