Basta una foto. Basta vederlo con piglio da padrone assoluto e immaginare una folla festante di nani e ballerine per restare senza fiato e senza forze.
Il vostro Diogene sarebbe pronto a trasformarsi in una delle più grandi figure della letteratura: Ilya Ilyich Oblomov.
Sulla via Gorochovaia, in uno dei grandi edifici i cui inquilini sarebbero bastati essi soli a popolare tutta una cittadina distrettuale, nel suo appartamento, Ilia Ilic Oblomov stava passando la mattinata a letto. Egli era un uomo di circa trentadue anni, di media statura, di aspetto piacente, con gli occhi di un grigio scuro, ma sui tratti del suo volto non v'era segno di un'idea ben definita ne' di una qualunque forma di concentrazione mentale. Il pensiero gli passava sul volto come un libero uccello dell'aria, svolazzava negli occhi, si passava sulle labbra socchiuse, si nascondeva tra le rughe della fronte, per sparire poi completamente, e allora su quel volto splendeva soltanto la tranquilla luce dell'indolenza. Dal volto, l'indolenza si comunicava all'atteggiamento di tutta la persona e perfino alle pieghe della vestaglia.
Tuttavia, in un sussulto di vitalità e per accontentare i miei pochissimi e nobilissimi lettori, il vostro filosofo cinico dedicherà i prossimi quindici giorni a seguire le elezioni. Ma non quelle europee, quelle locali, dove, molto spesso, candidati improbabili, con liste incredibili e storie bizzarre si combatteranno per uno scranno in qualche consiglio comunale.
Leggerete cose fantastiche. Un vero delirio.
4 commenti:
Attenderemo. Nel frattempo Le regalo alcune chicche che, mi riferiscono, sono state espresse durante una recente inaugurazione:
"Chiudiamo con i titoli di testa" e "Ringraziamo le parole".
Era l'inaugurazione di un sottopasso?
l problema di questo paese è proprio la proliferazione incontrollata di Oblomov avvenuta negli ultimi trent'anni grazie alle reti televisive private.
@ Diogene: Lei ha poteri paranormali...
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