mercoledì 15 luglio 2009

Microstalinismo


Nei suoi ultimi anni di vita Stalin era psicopatico, PSI-CO-PA-TI-CO, te lo dico io. Un pazzo sul trono. Riesci ad immaginarlo? [...] E pensi fosse facile? I nostri nervi erano tesi allo spasimo, e dovevamo bere vodka tutto il tempo. E dovevamo essere sempre sul chi vive. (Nikita Kruscev).

Pare che di questi tempi per fare carriera in politica sia indispensabile stare sul web. Così parlamentari, consiglieri e assessori si sono lanciati in variopinti blog e sono presentissimi sui social network. Di tanto in tanta dò una guardata a questi manifesti telematici e, salvo rare eccezioni, mancano dell'essenza della politica: la discussione.
Il politico di turno, infatti, espone le sue verità, riceve consensi e insulti e, senza che qualcuno tiri delle conclusioni, si passa a un nuovo argomento.
Ma io sono arcaico, si sa, e non capisco la grandezza libertaria di stare tra il popolo del web.
Uno dei più strepitosi politici bloggatori è il Presidente della Provincia di Gorizia, tenutario di un blog chiamato: "Camera con vista blog - pensieri d'amore per il partito democratico". Alcuni giorni fa ha postato un inno degno di Kim il Sung al nuovo astro nascente della politica italiana Debora Serracchiani. Il post ha il sobrio titolo "Con Debora, io ci credo".
Consapevole che nel web c'è libertà di espressione (e in quello del Presidente perfino amore), ho scritto un post con cui contestavo, urbanamente, le tesi del Presidente. Mi aspettavo, dialogo, discussione, invece; sorpresa! Il mio post non viene pubblicato! Sono incappato in un piccolo gesto di stalinismo mediatico.
Allora, visto che sono liberale, pubblicherò il post del Presidente e la mia risposta. Se poi volete commentare fatelo da me, dalle parti del palazzo della Provincia si censura e si fa un po' di culto della personalità.
Il Presidente: Dal Congresso del PD vorrei uscisse un partito popolare, entusiasta e aperto.
Entusiasta, perché la politica è passione, speranza, cambiamento.
Aperto, perché un partito chiuso è semplicemente un suicidio.
Oggi in Regione dobbiamo costruire una nuovo percorso che ci porti a vincere le elezioni regionali del 2013. Un percorso che serva a fare un partito più forte e più unito. Francamente non vedo altre figure che Debora Serracchiani come segretaria regionale. Abbiamo bisogno come l’acqua del suo entusiasmo e della sua determinazione. Ne ha bisogno questa Regione che ha riscoperto una nuova centralità in Europa.
Il fatto che sia anche eurodeputato non è un limite, ma un vantaggio per tutta la comunità regionale.
Dietro il voto a Debora alle europee c’è voglia di sostanza, entusiasmo, idee chiare. C’è tanta voglia di una politica rinnovata. C’è tanta voglia di un PD che sia una cosa nuova e non la somma di vecchie appartenenze. DS e Margherita non esistono più, per fortuna. Li abbiamo chiusi perché non idonei al presente e al futuro. Li abbiamo chiusi in maniera consapevole. Poi una mattina, ognuno di noi, come individuo e non come ex appartenente, è andato al gazebo a votare per il segretario nazionale, ha detto “io ci credo”.
Spero veramente che Debora si candidi alla segreteria regionale e la invito a farlo, ne abbiamo veramente bisogno, tutti.
Diogene: E per fortuna che avevamo detto agli elettori che i nostri eletti avrebbero fatto solo il parlamentare europeo. Credi veramente che uno possa stare tra Bruxelles e Strasburgo per cinque giorni e nel fine settimana fare il segretario regionale? E con quali programmi? Quali idee? Pensi veramente che si possa fare un congresso dicendo: da una parte tutti i nuovi e buoni e dall’altra tutti i cattivi e l’apparato? Tu da che parte credi di essere messo dopo tanti anni di politica? Probabilmente buttarsi sulla novità del momento potrà farti guadagnare qualche anno in più, ma per favore, risparmiaci troppa retorica. Faccio politica da un po’ di anni (meno dei tuoi), ho fatto cose buone e altre meno, ho dato e ho avuto in cambio, ma almeno non mi vergogno del mio passato e ti assicuro che sono orgoglioso di aver trascorso tanto tempo nelle sedi di partito.
Sono pronto ad affrontare questa campagna congressuale discutendo sui problemi del paese, sui programmi, sulla cultura che dovremmo avere e su che tipo di partito. Credo che il contributo di tutti serva a farci più forti, se solo provassimo a parlare di cose concrete e non ad accodarci alla moda del momento.
“Tu credi”; preferisco dire “Io penso” e sarebbe il caso che cercassimo di pensare e ragionare avendo rispetto di chi ha opinioni diverse. Sarebbe un passo avanti per tutti. Per me, per te, per Debora e, soprattutto, per il nostro partito.


7 commenti:

lucio ha detto...

caro Diogene

penso che ormai debba cambiar nome al Suo Blog, come avrà saputo le scelte di molti dirigenti del PD, all'approssimarsi della stagione congressuale, sono improntati alla convenienza spicciola.
Sappiamo che questo congresso è importante, ha come oggetto il destino del partito che ha la responsabilità di tradurre in azione politica, valori, aspirazioni e sogni.

Facciamo parte della schiera, uso il plurale perché identifico anche Lei in questa corrente di pensiero, di coloro che credono in un partito ben organizzato e democratico nell’essenza, che interpreti la società attuale alla luce dei valori quali: la democrazia, la libertà, la dignità, il pensiero che ciascuna persona ha valore in quanto tale e non è mai un mezzo, l’equa eguaglianza delle opportunità.
La convinzione che sia giusto che a ogni aumento delle risorse della società vada ad aumentare le risorse a disposizione degli “ultimi”, il pensiero che se uno cade lungo la strada della vita è aiutato (in quanto persona). Insomma, senza entrare negli aspetti della vita umana che, auspicabilmente, debbano essere resi eguali, parlo dell’aspettativa di “una vita fiorente”.
Molti di noi per questi ideali hanno speso e stanno spendendo la propria vita.
Ora vedendo quanto fanno molti capi e capetti del nostro partito che, all’altare dei miserabili interessi che coltivano, buttano al macero gli ideali e la fiducia che molti hanno riposto in essi, Le chiedo: “chi è cinico?” , sì il suo messaggio è permeato di un cinismo simpatico, di un’ironia frizzante…..ma vuol mettere questi di cui parlano sono a un livello di cinismo irraggiungibile………..ma di un cinismo vomitevole.
Cordiali saluti
Suo devoto lettore

Lucio

alessandro perrone ha detto...

Ciò che a me spiace di più è vedere un patrimonio collettivo di massa, che ha attraversato il PCI, ma a suo modo, anche la DC, quindi la storia stessa dell'accidentato percorso di costruzione della democrazia moderna italiana,liquidato perché etichettato come vecchio, da ciò che è, invece, vecchio di sua natura, ovvero: la politica elitaria, la congrega, il neo-settarismo, il corporativismo, la consorteria, il leaderismo.

Non per fare polemica, egregio Lucio, peraltro so di essere in territorio altrui, ma al di là di tutto e per rimanere nel merito di ciò che dovrebbe fare la politica, non sarebbe meglio iniziare ad abbandonare certe definizioni ambigue come: "l’equa eguaglianza delle opportunità"? A Lei non basta l'eguaglianza?
Primo, mi pare che l'eguaglianza sia equa di suo, secondo, quali opportunità e di chi?
L'eguaglianza è una necessità, altrimenti è meglio chiamarla possibilità, che non ha nulla a che fare, però, con l'eguaglianza.

lucio ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lucio ha detto...

non condivido l'appiattimento, non condivido la teoria dell'egualitarismo, del fatto che colui che dà di più percepisca come quello che dà di meno....

Il concetto di "Equa eguaglianza delle opportunità" definirlo "un'espressione ambigua è un'opinione, valida, che non condivido, ma è un'opinione.
Quello che definisci "possibilità", nel mio ragionamento, va congiunto agli altri concetti che esprimo: " La convinzione che sia giusto che a ogni aumento delle risorse della società vada ad aumentare le risorse a disposizione degli “ultimi”, il pensiero che se uno cade lungo la strada della vita è aiutato (in quanto persona). " e al concetto di "vita fiorente".
"Possibilità" in una società, come la nostra, familistica, delle corporazioni, dei gruppi di interesse, del censo è un termine rivoluzionario.

Ma questa è un'altra storia.

ciao lu

alessandro perrone ha detto...

@Lucio, scusa ma insito, le pari possibilità di accesso o meglio le uguali condizioni di partenza, nulla hanno che fare con l'uguaglianza, che è tale solo se mette in comune i beni materiali della società.
L'appiattimento a cui fai accenno, non è determinato dall'egualitarismo in sé, ma dalla sua applicazione schematica e burocratica, spesso autoritaria in uso nei paesi del socialismo reale.
Comunque vada, l'eguaglianza non può che essere equa, altrimenti non è tale.

lucio ha detto...

@Alessandro ho la sensazione che, al di là dei dizionari che usiamo e delle concezioni di società che ciascuno di noi esprime, l'idea generale è di mettere la persona al centro dei nostri ragionamenti.
Mi pare che in questo ci sia una convergenza importante. Purtroppo fra i molti che si definiscono di sinistra o centro-sinistra o centrosinistra o chi più ne ha più ne metta, l'unica persona che è al centro dei ragionamenti è la propria persona. Questo in tutti i partiti e mivimenti, questo lo ritengo vomitevole. Ritengo che sia doveroso non mollare, essere coerenti con i propri valori e con la propria storia. Sono convinto che vale la pena spendere la propria vita per quello in cui si crede, alla faccia degli opportunisti, forse servirà a poco ma vale la pena tentare...in ogni caso, mal che vada, avremo tentato...e prtemo raderci ogni nattina guardandoci allo specchio.
ciao lu

lucio ha detto...

da "il Piccolo"

LUNEDÌ, 20 LUGLIO 2009

Pagina 7 - Regione

«Troppi incarichi, Serracchiani scelga»

La deputata Lenzi: «Se eletta segretario, rinunci a Strasburgo»






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TRIESTE Debora Serracchiani non può tradire l’impegno con i suoi elettori. E, quindi, non può fare contemporaneamente l’europarlamentare e il segretario regionale del Pd: il volto nuovo del partito, esploso con la valanga di voti alle europee, si è appena candidata alla guida regionale in vista del congresso del 25 ottobre, e già deve vedersela con le prime critiche.
Non arrivano dal «suo» Friuli Venezia Giulia, dove la reginetta del web ha anzi incamerato molti appoggi, ma dal livello nazionale: Donata Lenzi, deputata dell’Ulivo e supporter convinta di Pierluigi Bersani, prende infatti carta e penna. E denuncia le contraddizioni di Debora: «Stupisce la candidatura di Debora Serracchiani alla segreteria regionale in Friuli-Venezia Giulia, e ancor più il plauso con cui è stata accolta dal segretario Dario Franceschini». Il motivo? Presto detto: «Franceschini - ricorda Lenzi - aveva chiesto ai candidati al Parlamento europeo di dedicarsi a tempo pieno al lavoro a Strasburgo. La Serracchiani, dopo aver preso questo impegno con gli elettori e una volta eletta, ha chiesto e ottenuto di far parte di due commissioni strategiche come la commissione Trasporti e quella sulle Libertà pubbliche. Ma ora si candida ad un incarico difficilmente compatibile con l’impegno parlamentare in Europa». La parlamentare bolognese del Pd ricorre all’ironia: «Ci chiediamo se è questa la nuova politica e se tra le prerogative del partito liquido ci sia il dono dell’ubiquità». Poi, però, si rifà seria: «Auspichiamo che la Serracchiani si impegni, se eletta, a rinunciare al doppio incarico dimettendosi dal Parlamento europeo».