Nei suoi ultimi anni di vita Stalin era psicopatico, PSI-CO-PA-TI-CO, te lo dico io. Un pazzo sul trono. Riesci ad immaginarlo? [...] E pensi fosse facile? I nostri nervi erano tesi allo spasimo, e dovevamo bere vodka tutto il tempo. E dovevamo essere sempre sul chi vive. (Nikita Kruscev).
Pare che di questi tempi per fare carriera in politica sia indispensabile stare sul web. Così parlamentari, consiglieri e assessori si sono lanciati in variopinti blog e sono presentissimi sui social network. Di tanto in tanta dò una guardata a questi manifesti telematici e, salvo rare eccezioni, mancano dell'essenza della politica: la discussione.
Il politico di turno, infatti, espone le sue verità, riceve consensi e insulti e, senza che qualcuno tiri delle conclusioni, si passa a un nuovo argomento.
Ma io sono arcaico, si sa, e non capisco la grandezza libertaria di stare tra il popolo del web.
Uno dei più strepitosi politici bloggatori è il Presidente della Provincia di Gorizia, tenutario di un blog chiamato: "Camera con vista blog - pensieri d'amore per il partito democratico". Alcuni giorni fa ha postato un inno degno di Kim il Sung al nuovo astro nascente della politica italiana Debora Serracchiani. Il post ha il sobrio titolo "Con Debora, io ci credo".
Consapevole che nel web c'è libertà di espressione (e in quello del Presidente perfino amore), ho scritto un post con cui contestavo, urbanamente, le tesi del Presidente. Mi aspettavo, dialogo, discussione, invece; sorpresa! Il mio post non viene pubblicato! Sono incappato in un piccolo gesto di stalinismo mediatico.
Allora, visto che sono liberale, pubblicherò il post del Presidente e la mia risposta. Se poi volete commentare fatelo da me, dalle parti del palazzo della Provincia si censura e si fa un po' di culto della personalità.
Il Presidente: Dal Congresso del PD vorrei uscisse un partito popolare, entusiasta e aperto.
Entusiasta, perché la politica è passione, speranza, cambiamento.
Aperto, perché un partito chiuso è semplicemente un suicidio.
Oggi in Regione dobbiamo costruire una nuovo percorso che ci porti a vincere le elezioni regionali del 2013. Un percorso che serva a fare un partito più forte e più unito. Francamente non vedo altre figure che Debora Serracchiani come segretaria regionale. Abbiamo bisogno come l’acqua del suo entusiasmo e della sua determinazione. Ne ha bisogno questa Regione che ha riscoperto una nuova centralità in Europa.
Il fatto che sia anche eurodeputato non è un limite, ma un vantaggio per tutta la comunità regionale.
Dietro il voto a Debora alle europee c’è voglia di sostanza, entusiasmo, idee chiare. C’è tanta voglia di una politica rinnovata. C’è tanta voglia di un PD che sia una cosa nuova e non la somma di vecchie appartenenze. DS e Margherita non esistono più, per fortuna. Li abbiamo chiusi perché non idonei al presente e al futuro. Li abbiamo chiusi in maniera consapevole. Poi una mattina, ognuno di noi, come individuo e non come ex appartenente, è andato al gazebo a votare per il segretario nazionale, ha detto “io ci credo”.
Spero veramente che Debora si candidi alla segreteria regionale e la invito a farlo, ne abbiamo veramente bisogno, tutti.
Entusiasta, perché la politica è passione, speranza, cambiamento.
Aperto, perché un partito chiuso è semplicemente un suicidio.
Oggi in Regione dobbiamo costruire una nuovo percorso che ci porti a vincere le elezioni regionali del 2013. Un percorso che serva a fare un partito più forte e più unito. Francamente non vedo altre figure che Debora Serracchiani come segretaria regionale. Abbiamo bisogno come l’acqua del suo entusiasmo e della sua determinazione. Ne ha bisogno questa Regione che ha riscoperto una nuova centralità in Europa.
Il fatto che sia anche eurodeputato non è un limite, ma un vantaggio per tutta la comunità regionale.
Dietro il voto a Debora alle europee c’è voglia di sostanza, entusiasmo, idee chiare. C’è tanta voglia di una politica rinnovata. C’è tanta voglia di un PD che sia una cosa nuova e non la somma di vecchie appartenenze. DS e Margherita non esistono più, per fortuna. Li abbiamo chiusi perché non idonei al presente e al futuro. Li abbiamo chiusi in maniera consapevole. Poi una mattina, ognuno di noi, come individuo e non come ex appartenente, è andato al gazebo a votare per il segretario nazionale, ha detto “io ci credo”.
Spero veramente che Debora si candidi alla segreteria regionale e la invito a farlo, ne abbiamo veramente bisogno, tutti.
Diogene: E per fortuna che avevamo detto agli elettori che i nostri eletti avrebbero fatto solo il parlamentare europeo. Credi veramente che uno possa stare tra Bruxelles e Strasburgo per cinque giorni e nel fine settimana fare il segretario regionale? E con quali programmi? Quali idee? Pensi veramente che si possa fare un congresso dicendo: da una parte tutti i nuovi e buoni e dall’altra tutti i cattivi e l’apparato? Tu da che parte credi di essere messo dopo tanti anni di politica? Probabilmente buttarsi sulla novità del momento potrà farti guadagnare qualche anno in più, ma per favore, risparmiaci troppa retorica. Faccio politica da un po’ di anni (meno dei tuoi), ho fatto cose buone e altre meno, ho dato e ho avuto in cambio, ma almeno non mi vergogno del mio passato e ti assicuro che sono orgoglioso di aver trascorso tanto tempo nelle sedi di partito.
Sono pronto ad affrontare questa campagna congressuale discutendo sui problemi del paese, sui programmi, sulla cultura che dovremmo avere e su che tipo di partito. Credo che il contributo di tutti serva a farci più forti, se solo provassimo a parlare di cose concrete e non ad accodarci alla moda del momento.
“Tu credi”; preferisco dire “Io penso” e sarebbe il caso che cercassimo di pensare e ragionare avendo rispetto di chi ha opinioni diverse. Sarebbe un passo avanti per tutti. Per me, per te, per Debora e, soprattutto, per il nostro partito.
Sono pronto ad affrontare questa campagna congressuale discutendo sui problemi del paese, sui programmi, sulla cultura che dovremmo avere e su che tipo di partito. Credo che il contributo di tutti serva a farci più forti, se solo provassimo a parlare di cose concrete e non ad accodarci alla moda del momento.
“Tu credi”; preferisco dire “Io penso” e sarebbe il caso che cercassimo di pensare e ragionare avendo rispetto di chi ha opinioni diverse. Sarebbe un passo avanti per tutti. Per me, per te, per Debora e, soprattutto, per il nostro partito.